Cronaca

Csm, caso Amara, tre indagati per associazione segreta da un anno

Sul caso della presunta loggia Ungheria (LEGGI QUI PER MAGGIORI INFO), la Procura di Milano già un anno fa, il 9 maggio 2020, aveva iscritto per associazione segreta l’avvocato siciliano Piero Amara, proprio colui che aveva parlato ai pm milanesi dell’organizzazione che condizionava nomine in magistratura e negli incarichi pubblici, il suo ex collaboratore Alessandro Ferraro e il suo ex socio Giuseppe Calafiore.

Il fascicolo, che sta creando una nuova bufera tra le toghe, è stato trasmesso per competenza alla Procura di Perugia lo scorso dicembre dopo una riunione dopo l’estate con Raffaele Cantone.

Procuratore Greco al lavoro per ricostruire i passaggi del fascicolo

Il procuratore di Milano Francesco Greco sta preparando una relazione per riscostruire i passaggi e la tempistica relativi alla gestione del fascicolo, poi trasmesso a Perugia, sulla presunta loggia Ungheria, caso che sta creando una bufera tra la magistratura e ha acceso uno scontro, dovuto a un diverso modo di condurre le indagini, con il pm Paolo Storari. Greco potrebbe inviare tale ricostruzione al Csm in vista di eventuale procedimento sulla vicenda.

Le incongruenze

Rispetto alla lettura che arriva dalla ricostruzione del pm Storari, un tempo titolare con l’aggiunto Laura Pedio dell’inchiesta sul cosiddetto ‘falso complotto Eni’ in cui i tre sono già indagati, tra i vertici del quarto piano del Palazzo di Giustizia di Milano viene data una versione diversa della vicenda. Si racconta che il pm avrebbe voluto iscrivere nel registro degli indagati 6 persone, mentre il procuratore Francesco Greco e l’aggiunto Pedio, prima di procedere, avrebbero ritenuto opportuno fare accertamenti.

E poi, era la domanda, perché solo 6 e non tutte le 74 persone che, secondo Amara, avrebbero fatto parte di questa presunta associazione segreta? Inoltre, si parla di accertamenti avvenuti nei mesi in cui invece Storari ha lamentato l’inerzia sulle indagini e della richiesta, inascoltata, da parte di Greco di una consulenza tecnica su alcuni computer degli inquirenti milanesi per verificare come l’ex dirigente Eni in Nigeria Vincenzo Armanna si fosse procurato quelle due paginette dei verbali di Amara per ‘sventolarli’ in un interrogatorio che risale al febbraio scorso proprio davanti a Pedio e Storari.

Da quanto è stato riferito, dopo le tre iscrizioni, Francesco Greco ha coinvolto anche l’aggiunto e responsabile dell’anticorruzione milanese Maurizio Romanelli: gli ha girato le carte, verbali della ‘discordia’ compresi, affinché li leggesse in quanto l’intenzione era potenziare il pool di pm che si occupasse del caso. Invece, l’analisi di quelle carte ha portato alla decisione unanime di stralciare gli atti e inviarli per competenza alla Procura di Perugia. Per questo a settembre il procuratore Cantone si è incontrato di persona a Milano con Greco. Dopo di che ci sono state una serie di riunioni in cui, tra l’altro, si è concordato, come poi è avvenuto, un interrogatorio congiunto di Amara. Alla fine di dicembre la trasmissione degli atti alla magistratura perugina.