Consumo

Cultura, Sicilia isola deserta: pochi i libri prodotti

SICILIA – Non solo in Sicilia si legge pochissimo ma si produce anche poca cultura, che sia letteraria o saggistica. Un risultato, quello che viene fuori dall’indagine del 2023 sulla produzione libraria dell’Istat, per nulla confortante e che lascia presagire un futuro poco luminoso per il settore.

Nell’Isola, nel 2022, sono appena 75 gli editori, e di questi sono soltanto 66 quelli attivi. Inoltre, 5 sono a produzione pari a zero. Il panorama editoriale siciliano, nella sua nicchia, si presenta poi particolarmente fragile perché in 41 casi si parla di microeditori, che svolgono il proprio lavoro con grande passione, ma sempre in equilibrio precario tra il successo e il possibile fallimento.

In Sicilia solo una casa editricie può essere definita grande

Solamente una casa editrice siciliana può essere definita grande, seguita da 2 medie, mentre altre 17 rientrano tra le piccole attività imprenditoriali. Le province che fanno da traino all’intero comparto sono quelle di Palermo, in cui si trovano 28 case editrici, e di Catania, dove se ne segnalano 18.

Al contrario, è Agrigento a segnare i numeri peggiori, con sole 3 case editrici, seguita da Trapani e Siracusa, ferme a 4. Il confronto con le altre regioni è impietoso: in Lombardia le case editrici attive sono 327, di cui 19 di grandi dimensioni; subito dopo, il Lazio, a 275. I numeri scendono in picchiata già alla terza regione, il Piemonte, che si ferma a 138.

Per macrocategoria territoriale è il Nord-Ovest a emergere, con un totale di 500 case editrici che lavorano regolarmente, seguito da Centro a 465; quindi, il Nord-Est a 274, il Sud a 240, e fanalino di coda le Isole, ad appena 93.

La decadenza del settore editoriale in Sicilia è ancora più evidente se si va ad analizzare la produzione: nel 2022 sono stati pubblicati appena 1.673 titoli, con una tiratura totale che non raggiunge i 3 milioni di copie. Per categorie, buona parte della produzione siciliana riguarda la sezione “varia adulti”, con 1.500 titoli e una tiratura che supera i 2 milioni; altre 500mila copie, per 37 titoli scolastici, mentre 145mila sono le copie destinate ai 136 libri dedicati ai ragazzi.

È Palermo a segnare la maggiore tiratura, con quasi due milioni e mezzo di copie, legate in importante parte alla produzione di libri scolastici, che provengono tutti da territorio del capoluogo isolano. In totale, si tratta comunque di una cifra irrisoria, su un totale nazionale di 198 milioni, poco più dell’1% della produzione nazionale.

Nel resto d’Italia cresce la produzione di libri

Nella penisola, infatti, al contrario di quanto succede in Sicilia, il comparto della produzione editoriale italiana dedito alla pubblicazione di libri non solo non ha conosciuto flessioni rilevanti rispetto al periodo pre-pandemico, ma ha anche mostrato un’ulteriore crescita sia in termini di quantità di opere librarie complessivamente pubblicate (+7,5 rispetto al 2019), sia in termini di copie stampate e distribuite (+5,1%).

La grandissima maggioranza della produzione italiana si raccoglie in Lombardia, per un totale di 117 milioni di libri, per 38.457 titoli. Nelle province di Roma, Milano e Torino opera più di un terzo (36,4%) degli editori attivi, i quali contribuiscono alla produzione del 62,9% delle opere librarie e al 71,5% della tiratura.

In particolare, il 14% degli editori si concentra nella provincia di Milano, ad essi si deve il 41,8% della produzione libraria e il 56,6% della tiratura complessiva.

Complessivamente i “grandi” editori realizzano più di un terzo (35,1%) delle opere pubblicate e tre quarti (75,8%) delle copie stampate. Accanto agli operatori di maggiori dimensioni, l’ampia e variegata platea di micro,piccoli e medi editori contribuisce per il 64,9% all’offerta dei titoli pubblicati e per quasi un quarto (24,2%) alla tiratura.