Società

Cyberbullismo e rischi in Rete, La Bella (Polizia Postale): “Denunciate!”

Adolescenti sempre più “digitali” e “virtuali”, fra Didattica a distanza, smartphone, tablet ed accesso al Web senza soluzione di continuità. In tempi di Covid, di distanziamento sociale fra i banchi di scuola, sempre più si avverte l’esigenza e la voglia di un ritorno alla “normalità”, con alunni e studenti di Scuola secondaria di primo e secondo grado, in cerca di rientro all’ “antico”, ossia alla “rete” concreta dei rapporti umani, fatti di amicizie e strette di mano in “carne e ossa”.

Ma i rischi della Rete per i minori iper-connessi, sono dietro l’angolo. Parola d’ordine: “denunciate!”. “Denunciare, sempre, i pericoli dei reati informatici, delle truffe on-line, dei furti d’identità ‘digitali’ legati alle nuove tecnologie, sempre più invasive nella vita dei ‘nativi digitali’, in tempi di Covid e di Dad.

Il consiglio per tutti i ‘naviganti’, minori o adulti, è sempre quello di essere consapevoli che la Rete non è un mondo virtuale, poiché le nostre azioni on-line hanno sempre conseguenze pienamente reali: essere sempre attenti e rispettosi delle leggi anche quando si è connessi e… prima di ogni ‘click’ o un ‘touch’, usiamo la testa! Segnalare sempre anche on-line, tramite il nostro commissariato di Ps ‘www.commissariatodips.it‘, eventuali illeciti. Essenziale l’uso consapevole dei Social-network. Per i minori, in più, ricordo che esiste l’app ‘YouPol’ con cui anche anonimamente si possono segnalare episodi di bullismo, droga o altri atti illeciti”.

Parola di Marcello La Bella, Primo dirigente della polizia di Stato, a capo del Compartimento della Polizia postale e delle Comunicazioni “Sicilia Orientale”, che copre le province di Catania, Messina, Siracusa e Ragusa.

La “mission” dei suoi reparti è anche quella di mettere in guardia gli alunni della Scuola dell’obbligo su tematiche quali il contrasto al bullismo virtuale, adescamenti sui Social, la pedopornografia, ecc…

“Cyberbullismo a scuola – illustra il dirigente della Polizia Postale Sicilia orientale, dott. La Bella -, è purtroppo un fenomeno in crescita. La Rete è veloce e richiede tempestività negli interventi. Con la nota del ministero dell’Istruzione, la 482 del febbraio 2021 e le Linee di orientamento per la prevenzione e il contrasto del bullismo e cyberbullismo rivolte alle istituzioni scolastiche di ogni grado, si punta l’attenzione sulla necessità di prevenzione e contrasto nei confronti di questi fenomeni nella comunità scolastica; proprio al fine di intercettare e arginare comportamenti a rischio, temi particolarmente delicati se si considera il contesto reso ancora più complesso dall’emergenza pandemica e conseguenti condizioni di isolamento”.

E’ proprio a scuola, infatti, che il cyber-bullismo va contrastato senza esitazione, con immediata denuncia e senza esclusione di colpi: “La rete richiede tempestività negli interventi”, continua Marcello La Bella. “Abbiamo l’assoluta convinzione che, il modo migliore per un efficace contrasto dei crimini, sia la prevenzione e, certamente, essa deve partire dai più giovani. Per questo siamo quotidianamente impegnati in incontri con alunni e studenti, partendo dalla scuola primaria fino alle superiori; ma anche con insegnanti e genitori che spesso non hanno consapevolezza dei gravi rischi in cui possono incorrere i loro figli”.

“Purtroppo, con la pandemia, si è registrato rispetto agli anni precedenti un forte aumento dei crimini commessi su Internet. In particolare, nel 2020 rispetto al 2019, vi è stata una crescita nazionale dei reati in danno dei minori con un raddoppio delle vittime minori di 9 anni. Il nostro lavoro, in grande sinergia con le Procure Distrettuali e con quelle per i Minorenni, non ha conosciuto soste. Le nostre investigazioni vengono svolte anche con un’intensa attività sotto copertura on-line. Inoltre, è chiaro che la nostra attività, oltre a quella di avviare le indagini a seguito di denunce e segnalazioni, è rappresentata anche da un continuo monitoraggio di siti e servizi on-line sospetti, o che possano avere contenuti illeciti. Il ‘deep web’, ad esempio, il cosiddetto ‘web profondo e oscuro’, è uno dei nostri ‘campi d’azione’ “.

Comandante, da circa vent’anni lei è attivo nel contrasto alle nefandezze compiute dalla criminalità che agisce su Internet: fenomeni come il “cyber-crime”, i furti di identità, la “cyber-security”, l’“email-sharing”, gli attacchi di “phishing” ed infine il “mare” delle truffe on-line. Che danni possono causare all’economia e al portafogli degli utenti? Come avvengono le “truffe bancarie”, tramite email-esca?

“Sono chiamati criminali informatici, in senso ampio e forse non sempre corretto, coloro che utilizzano la Rete o le nuove tecnologie per commettere reati: siamo nel mondo del cosiddetto ‘cybercrime’.

Con i reati commessi on-line sono stati coniati anche nuovi termini come, ad esempio, questi che ha citato: il sexting, dalla crasi, fusione, dei due termini sex e texting, ovvero lo scambio di messaggi, immagini o video dal contenuto erotico-sessuale; il phishing, una particolare tipologia di truffa realizzata sulla rete Internet attraverso l’inganno degli utenti che si concretizza principalmente attraverso messaggi di posta elettronica ingannevoli; il cyber-bullismo, ovvero il bullismo elettronico con cui si indicano le varie forme di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, compiute tramite Rete, nonché – per fare solo alcuni esempi – la diffusione di contenuti on-line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante, sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.

Per quanto concerne, i danni al portafogli dei naviganti, posso dire che i truffatori in generale, non sono persone sprovvedute: possono causare dei seri danni all’economia, in gravissimo aumento negli ultimi anni, tanto che, secondo gli organi di stampa e vari studi di settore, il cybercrime sarebbe la terza economia mondiale. Spesso dall’altro lato dello schermo, ci troviamo di fronte a gruppi criminali organizzati, che possono mettere in atto forme di ‘estorsione informatica’: gli stessi strumenti legislativi, a volte, non sono al passo con una criminalità, che si attrezza in tempi rapidissimi”.

La Polizia Postale Sicilia orientale, sotto il suo comando come Primo dirigente della polizia di Stato, è tra le più impegnate a livello nazionale nel campo della prevenzione ed ha messo a segno importanti azioni di contrasto ai reati informatici che coinvolgono anche altri delicati settori: dalla pedopornografia, fino al contrasto alle cybermafie. Di quanti poliziotti è composto il suo Reparto? Come reggete allo stress?

“Il mio reparto, la Polizia postale della Sicilia orientale, è composta da circa 80 poliziotti. Avere più uomini, sarebbe sempre utile ma, considerato che per il nostro lavoro occorrono grandi capacità e conoscenze informatiche ed investigative, il gruppo di uomini attuale riesce, anche se con grande sforzo, a fare fronte alla maggior parte delle varie esigenze. Per quanto riguarda la stanchezza, ha ragione. Monitorare migliaia di siti, social-network, esaminare computer e smartphone, soprattutto visionare immagini e video osceni, produce molto stress ma il poliziotto deve essere sempre preparato a gestire situazioni critiche di questo tipo; in più, gli uomini della Polizia postale sono supportati da un gruppo di psicologi della polizia di Stato che opera a Roma, alla nostra Direzione centrale, e che dà anche i giusti consigli nell’ambito delle attività sotto copertura”.

Fabio Rao