PIAZZA ARMERINA (EN) – Nei locali dell’Istituto comprensivo Chinnici-Roncalli si è svolto il primo di due incontri previsti con la Polizia di Stato nell’ambito del corso di formazione sulla tematica “Rischi e pericoli del web: come difendersi”.
All’evento, destinato esclusivamente al personale docente, hanno presenziato il questore Corrado Basile, il dirigente del Commissariato di Polizia di Stato di Piazza Armerina, commissario capo Alberto Salerno, unitamente a personale di Polizia, nonché il dirigente scolastico Fernando Cipriano e la referente del progetto Stella Caffarelli.
I lavori sono stati introdotti dal questore che, dopo i saluti ai partecipanti, si è soffermato sul tema del cyberbullismo e in particolare sullo strumento dell’ammonimento, quale misura monitoria adottabile a istanza di parte nei confronti dell’autore di tali condotte, provvedimento di competenza dell’Autorità provinciale di Pubblica sicurezza.
A seguire il dirigente del Commissariato di Piazza Armerina, coadiuvato dal personale di Polizia, ha relazionato nel dettaglio le caratteristiche e le differenze tra i fenomeni del bullismo tradizionale e del cyberbullismo, evidenziandone i sintomi rivelatori, per poi soffermarsi sulla procedura dell’ammonimento del cyberbullo introdotta dalla legge nr. 71 del 2017.
In particolare, nell’ambito del fenomeno del cyberbullismo sono stati illustrati i comportamenti che possono integrare fatti di rilevanza penale nonché i rimedi, anche di natura amministrativa e preventiva, a disposizione delle vittime: la richiesta al gestore del sito internet di rimozione dei contenuti a loro pregiudizievoli e, per l’appunto, la richiesta di ammonimento del minore (di età compresa tra 14 e i 18 anni) da rivolgere al questore, a cui la predetta legge ribadisce il ruolo di “Autorità di prevenzione sociale”.
Infine, sono stati rassegnati gli oneri di denuncia spettanti agli insegnanti nella loro qualità di pubblici ufficiali nonché le relative responsabilità penali, amministrative e civili, con particolare riferimento alle ipotesi di “culpa in vigilando”.