Evidentemente questo è il millennio dei comici in politica. Stiamo parlando della proposta del Presidente dell’assemblea regionale siciliana di fare per il prossimo futuro un’aggregazione di tutti da sinistra a destra, che non potendo chiamarla governo Draghi, anche perché non c’è un Draghi disponibile, la si potrebbe chiamare Giuditta. E qua si evoca il mitico alfiere della comicità Toscana, molto vicino alla sinistra italiana.
Ora uno può cercare di capire tante cose ma evocare comici in politica dopo lo sfogo di Beppe Grillo, non mi sembra un esercizio di comunicazione fortunato. È vero che la politica italiana è finita in barzelletta, che all’estero ridono di noi da molti anni, ma è proprio necessario in un momento in cui ancora arranchiamo con i vaccini, le sofferenze e le ansie delle famiglie sono tante, molti italiani senza “ventisette” pubblico sono disperati, dico è proprio necessario metterla in boutade?
Perché che alle prossime elezioni regionali dei partiti diametralmente opposti, che finora si sono detti di tutto e di più, vadano a braccetto insieme è una cosa possibile?
Il riferimento che fa Miccichè al governo Draghi è fallace. L’Italia è una Repubblica parlamentare ed il governo viene mandato ad ottenere la fiducia in Parlamento dopo un incarico dato dal garante dello Stato, che è il presidente della Repubblica.
Oltre al fatto che in Sicilia non abbiamo un garante arbitro come Mattarella, il governo regionale viene eletto tramite una elezione diretta del Presidente della Regione. Già la vedo duretta a mettere insieme una coalizione di centrodestra e di centrosinistra, figuriamoci a fonderle fra loro e a farle scegliere un presidente che verrebbe eletto direttamente.
Si tratta ovviamente di una provocazione, che però produce immediatamente l’effetto di far litigare i partiti del centrodestra, tra Musumeciani e non. Una proposizione del genere ovviamente affossa le chance di una ricandidatura di Musumeci. Questo potrebbe essere il movente direte voi.
Peccato che dopo l’intervista firmata dall’ormai mitico cirneco di Vizzini, il miglior fiuto su piazza, arrivi subito dopo un’ansa in cui “non c’è niente di meglio del governo Musumeci in circolazione”. Firmato Miccichè.
A questo punto siamo su scherzi a parte. Questo fa sì che l’opinione pubblica si disorienti e ritenga sempre di più la politica un cabaret. Il problema è che il cabaret ha portato Grillo, quello del video raccapricciante, ad un passo dal Quirinale e Di Maio ad un passo da Palazzo Chigi.
Le barzellette sono buone se fanno ridere queste fanno cascare le braccia.
Gatto Silvestro