PALERMO – 30 milioni di euro. Sono questi i soldi messi in campo da Ismea per dare un piccolo aiuto a tutte quelle piccole e medie imprese agricole e della pesca colpite dalla crisi economica causata dalla pandemia di Coronavirus. Si tratta della “Cambiale agraria e pesca”, alla quale gli imprenditori del settore possono accedere entro il 31 dicembre 2020.
Grazie a questo strumento le Pmi agricole e della pesca che al 31 dicembre 2019 non si trovavano in difficoltà finanziaria e che hanno subito – fanno sapere dall’Istituto – “un grave pregiudizio alla liquidità aziendale a causa dell’epidemia Covid-19”, hanno la possibilità di accedere ad un prestito cambiario con un tasso di interessi pari a zero. La misura dell’importo di questo prestito, che ha come principale obiettivo quello di assicurare liquidità per tutti i processi produttivi delle filiere interessate, non può superare il 50 per cento dell’ammontare dei ricavi risultanti dall’ultima dichiarazione fiscale presentata dall’impresa alla data di domanda per accedere all’aiuto, il quale, in ogni caso, non può essere superiore a 30 mila euro.
Per rimborsare il finanziamento all’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, gli imprenditori avranno a disposizione tre rate (con scadenza a 36, 48 e 60 mesi dalla data di erogazione del prestito) da ripagare entro cinque anni, con due anni di preammortamento. L’erogazione del finanziamento, tuttavia, avverrà dopo la firma, da parte dell’imprenditore (o del rappresentante legale in caso di società) che presenta la domanda, di tre cambiali con importo e scadenza uguali a quelle delle rate di ammortamento del prestito. Cambiali che rappresentano l’unico onere fiscale a carico delle Pmi. Infatti, per il soggetto richiedente, i costi per l’istruttoria della domanda di finanziamento agevolato, la stipula del contratto e la gestione del finanziamento sono pari a zero.
Il prestito garantito dalla “Cambiale agraria e pesca” sarà accreditato direttamente sul conto corrente indicato dalla Pmi in fase di domanda e verrà imputato tra gli “aiuti di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19”.
La classificazione del finanziamento tra gli aiuti di Stato causa, ovviamente, l’esclusione dal prestito di tutte quelle imprese che hanno raggiunto il tetto massimo dei finanziamenti messi a disposizione per fronteggiare la crisi senza precedenti che stiamo vivendo. Nel caso delle Pmi agricole e della pesca, i massimali sono pari a 800mila euro per le imprese di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli; 100mila euro per tutte le imprese che rientrano nel settore di produzione primaria di prodotti agricoli e 120mila euro per le imprese della pesca e dell’acquacoltura.
I proprietari di imprese agricole e della pesca potranno presentare la domanda solo tramite modalità telematica, attraverso l’apposito portale messo a disposizione dall’Ente creditore (https://strumenti.ismea.it/). Alla richiesta del prestito dovranno essere allegati, pena l’irricevibilità: la visura centrale rischi della Banca d’Italia o di qualsiasi altra società privata che si occupa di gestione di sistemi di informazione creditizia successiva al 31 dicembre 2019; l’ultima dichiarazione fiscale presentata alla data della domanda del finanziamento; la copia del documento d’identità del soggetto richiedente o del rappresentante legale della società che vuole presentare domanda.
Ismea erogherà i prestiti in base all’ordine cronologico di presentazione della domanda, fino all’esaurimento della dotazione finanziaria messa in campo.