“Coketown era una città fatta di mattoni rossi, o meglio di mattoni che sarebbero stati rossi se il fumo e la cenere lo avessero permesso. Era una città di macchinari e di lunghe ciminiere, dalle quali strisciavano perennemente interminabili serpenti di fumo” (C. Dickens).
Per scongiurare il rischio di trovarsi in una situazione analoga, le maggiori potenze mondiali hanno espresso la necessità di votarsi all’uso di fonti rinnovabili. Sotto questo aspetto, la Sicilia è in cima per molte ragioni, prima tra tutte l’essere ricca di sole, di vento e altre risorse. Non sorprende che nel 2016 le Fonti Rinnovabili di Energia abbiano confermato il proprio ruolo di primo piano nel panorama energetico regionale, per un totale di 62.000 ton di CO2 risparmiata ogni anno. Il fotovoltaico risulta essere la più diffusa, con il 98,8% degli impianti; seguono l’eolico e l’idroelettrico.
Ma come funziona ciascuno di questi? Nel caso dell’energia idroelettrica, l’oscillazione dell’acqua aziona la turbina dell’impianto, collegata ad un generatore, producendo elettricità; similmente avviene per l’energia eolica. Nel fotovoltaico, il sistema si compone di moduli e inverter, i primi formati da celle in silicio. Questo fa sì che, quando un fotone colpisce la superficie di una cella, la sua energia venga trasferita agli elettroni in essa presenti, che fluiscono nel circuito e producono corrente. A questo punto entra in azione l’inverter che converte la corrente continua generata in corrente alternata. Altro meccanismo è quello degli oli vegetali come biocombustibili, tuttavia la loro elevata viscosità li rende poco adatti. Per ovviare al problema è nato il biodiesel, ricavato dagli oli esausti o non edibili trattati con alcol per ottenere molecole con caratteristiche chimico-fisiche simili a quelle del diesel.
Altro esempio è il bioetanolo, prodotto mediante un processo di fermentazione delle biomasse, ovvero di prodotti agricoli ricchi di zucchero quali i cereali e le vinacce. Viene adoperato, in percentuale o puro, come componente per benzine.
Ma a quale scopo votarsi all’energia rinnovabile? La risposta sono i cambiamenti climatici, di cui è responsabile per il 63% la CO2, prodotta dall’utilizzo di combustibili fossili. Si tratta di un gas naturalmente presente nell’atmosfera in concentrazione limitata ma l’attività dell’uomo ne ha aumentato i livelli del 40% rispetto agli inizi dell’era industriale. Infatti, benché abbia acquisito rilevanza solo negli ultimi decenni, il problema risale alla fine del XIX secolo, quando l’Europa occidentale conobbe uno sviluppo industriale senza precedenti, grazie alla scoperta del petrolio e dell’elettricità, all’impiego di nuovi sistemi di trasporto, al dominio incontrastato del commercio mondiale. Appare perciò evidente come inquinamento ed economia vadano di pari passo; è quindi lecito chiedersi se il sistema capitalistico possa mai essere sostenibile.
Francesca Placca, Giada Casamichele, Martina Milazzo, Giulia Fazzino, Fabiola Bilali, Bianca Poidomani