“Stiamo spendendo 11 miliardi sulle ferrovie siciliane e altrettanti da Salerno a Reggio Calabria. Che senso avrebbe non fare il ponte e perdere quindi un’ora e mezza per l’attraversamento dello stretto?”. Matteo Salvini presiede la formale inaugurazione del raddoppio ferroviario tra Giampilieri e Fiumefreddo, progetto Cantieri parlanti.
Un tratto di 43 chilometri totalmente nuovo di cui 37 in sotterranea, a monte di quello attuale che corre sulla costa, che costerà 2,3 miliardi di euro ( “ma i costi andranno aggiornati visto l’aumento dei prezzi”, ci tiene a precisare Filippo Palazzo, commissario straordinario per RFI), e porterà la durata del viaggio da Messina a Catania dall’attuale ora e 15 minuti (“Nel 1867 quando fu inaugurata si impiegava meno tempo” , ricorda il sindaco di Taormina Mario Bolognari”) a 45 minuti. Il ministro dei trasporti non poteva mancare per ricordare a chi tra i contrari al Ponte sostiene che prima vanno fatte le altre opere, che in Sicilia di opere ferroviarie se ne stanno facendo già molte.
“Dei dieci lotti in cui è diviso il raddoppio Palermo-Catania-Messina, nove sono finanziati, cinque sono in fase di realizzazione e gli altri in gara – fa i conti Palazzo – speriamo entro la fine del 2023 di avviare i lavori su tutti i lotti”. L’unico lotto a non avere ancora copertura finanziaria è quello del nodo di Catania nella parte che va dalla stazione centrale (che dovrebbe venire interrata) fino ad Acquicella con la liberazione degli Archi della Marina. A ricordarlo, davanti alla platea, è il sindaco Bolognari : “So che si sta lavorando al progetto, per Catania e tutta la Sicilia orientale è fondamentale”, sottolinea.
Quello che si apre oggi è il cantiere della Messina-Catania, diviso in due lotti: da Giampilieri a Taormina e da Taormina a Fiumefreddo. Da lì fino a Catania il doppio binario esiste già. Sarà un’opera mastodontica che, secondo le stime dell’amministratore delegato di Fs Luigi Ferraris, “sarà ultimata nel 2029 e messa in esercizio nel 2030”.
Tra le opere che verranno realizzate, anche la nuova stazione di Taormina, che sarà sotterranea e collegata al centro città tramite ascensori. Mentre nella nuova stazione di Letojanni dovrebbe avvenire lo scambio con la tratta Alcantara – Randazzo, vecchia linea ormai dismessa da anni ma che si prevede di ripristinare come linea turistica. La stazione di Giardini Naxos sarà spostata più a monte, proprio nella zona di Trappitello, e porterà il nome di Alcantara-Giardini.
Non sarà un’alta velocità, come nel resto d’italia, così come non lo sarà quella tra Catania e Palermo. Si andrà al massimo a 200 km orari e non a 300 come tra Roma e Napoli o tra Roma e Milano. Ad ammetterlo è anche il presidente della Regione Renato Schifani. “Diciamo che è una media velocità, non alta. Mi hanno spiegato che è meglio così per motivi tecnici e strategici. E la trovo una scelta intelligente”. Quali siano questi motivi, però, in sede di presentazione non è stato spiegato.
Non può mancare il tema Ponte. Benedetto da tutti, a cominciare dall’ad di We Build Pietro Salini, a cui la mega opera è stata affidata senza passare da una nuova gara d’appalto. “Come i Romani iniziarono a unificare il Paese, così il Ponte lo farà definitivamente”, chiosa. Reggerà un’unica campata da 3,2 km a un uso anche ferroviario considerato che la più lunga unica campata ferroviaria esistente oggi al mondo ne misura 1,4 km? “Se non è stata fatta finora – risponde Salini – non è perché la tecnologia non ne è stata capace, ma perché nei territori dove sono stati costruiti questi ponti evidentemente non serviva”.
Quanto costerà? “Meno di un anno di reddito di cittadinanza – risponde il ministro Salvini – e almeno il ponte resterà”. Secondo il cronoprogramma del vicepremier, l’inizio dei lavori dovrebbe scattare entro il 2024 e l’opera ultimata in cinque anni. “Penso agli imprenditori siciliani che devono essere bravi il doppio rispetto a quelli del resto d’italia perché hanno più costi di logistica e di trasporti – conclude Salvini – questa è la cultura del fare che si scontra con quella della rassegnazione e dei signor no per professione”