PALERMO – L’Italia produttiva vede verde. Lo dicono i numeri dei principali rapporti di settore diffusi nell’ultimo anno – dal GreenItaly alla Relazione sullo stato della Green Economy passando per i dati Istat e Ispra – che certificano una particolare attenzione di tantissimi imprenditori (345.390 imprese, una su quattro, secondo Fondazione Symbola e Unioncamere hanno investito o programmato di farlo tra il 2014 e il 2018) agli investimenti in prodotti e tecnologie green che permettono un maggior risparmio energetico e un minor impatto ambientale, determinando di fatto il settore dei green jobs come quello maggiormente attrattivo per la generazione di nuovi posti di lavoro. Le imprese isolane restano ancora particolarmente pigre su questo fronte, registrando addirittura dei passi indietro nel settore degli investimenti.
SICILIA: INDIETRO TUTTA
Nel rapporto GreenItaly del 2017, considerando le imprese che hanno effettuato/programmato eco-investimenti tra il 2011 e il 2017, la Sicilia si piazzava all’ottava posizione nazionale per numerosità delle sue aziende, arrivando a quota 23.490, quasi un terzo di quanto registrato in Lombardia (63.170). Il dato, aggiornato al 2018 col nuovo rapporto, ha trovato l’Isola nella medesima posizione nazionale, ma con un dato inferiore di quasi duemila unità: da 23.940 è passata a 21.954. In vetta alla graduatoria c’è stata la conferma della Lombardia a 61.650, anche qui in lieve contrazione, ma comunque sempre irraggiungibile per tutti gli altri. In Veneto, seconda regione, le imprese green hanno visto un lieve passo indietro (da 35.370 a 34.797), mentre si rilancia il Lazio con una crescita di circa 2.500 imprese, passato da poco più di 30 mila a 32.545, che si prende l’ultimo gradino del podio, scalzando l’Emilia Romagna che comunque ha fatto segnare un dato positivo di circa un migliaio (da 28.270 a 29.480).
SI SALVA PALERMO
Il dato regionale è ovviamente figlio dell’intraprendenza degli imprenditori siciliani nelle varie province. Non è pertanto un caso se tra le prime venti province italiane per valore assoluto delle imprese che hanno effettuato eco-investimenti nel periodo 2014-2017 e/o investiranno nel 2018 in prodotti e tecnologie green, si riesce a rintracciare appena una siciliana. Si tratta di Palermo, che si prende la posizione numero 17, con 5.356 imprese, e riesce comunque a figurare come una testimone del tessuto produttivo meridionale che si avvia a diventare green, assieme a Napoli, Bari e Salerno che però si trovano in posizioni decisamente migliori, soprattutto le prime due che sono al quarto e quinto posto.
OCCUPAZIONE VERDE CONTINUA A PROSPERARE
Nel corso del 2017, secondo dati Istat elaborati da Fondazione Symbola, in riferimento all’intera economia, lo stock degli “occupati corrispondenti ai green jobs in Italia sono arrivati a sfiorare i 3 milioni di unità (2.998,6 mila), corrispondenti al 13,0% dell’occupazione complessiva nazionale”. In questo senso l’occupazione green si dimostra in grande sviluppo: rispetto al 2016 è cresciuta di circa 27 mila unità, pari a un +0,9%, “contribuendo per il 10,1% all’aumento complessivo dell’occupazione del Paese nell’ultimo anno che è stata di +265 mila unità”.
VALORE AGGIUNTO NAZIONALE: SOLO 3,5% NELL’ISOLA
I dati sull’occupazione hanno poi permesso di stimare il contributo dei green job al prodotto lordo del Paese. Il valore aggiunto prodotto, si legge nel rapporto, che si ottiene è nel 2017 di “197,2 miliardi di euro, pari al 12,8% del totale complessivo, con un ranking regionale stilato in base al valore di questa quota che vede la Lombardia e il Trentino Alto Adige in testa, con una quota del 15,1%, seguite da Emilia-Romagna (14,2%), Valle d’Aosta (13,6%), Molise (13,4%) e Lazio (13,3%)”.
Non è un caso se la locomotiva d’Italia, la Lombardia, è anche la “regione in cui si concentra più di un quarto (precisamente il 25,1%) del totale del valore aggiunto prodotto da green jobs nel Paese, con una incidenza superiore rispetto al caso del valore aggiunto complessivo (rispetto al quale la Lombardia contribuisce per il 21,9% al dato nazionale)”. In questo quadro la Sicilia si deve accontentare di un dato pari a 6,9 miliardi di euro, settimo posto nazionale, per un valore pari al 3,5% del totale registrato. Rispetto al totale dell’economia isolana, il contributo verde in termini di valore aggiunto è di 8,8%, cioè quattro punti percentuali inferiore a quanto succede mediamente nelle altre regioni (12,8%) dove evidentemente l’economia verde è decisamente più rilevante.
PALERMO – La green economy è un generatore netto di posti lavoro, lo dice l’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, e lo conferma Edo Ronchi nell’introduzione alla Relazione sullo Stato della Green Economy, nella quale scrive il “primo vantaggio economico di questi investimenti (investimenti verdi, ndr) è proprio quello dei costi evitati, in buona parte pubblici ma anche privati, dell’inquinamento e di altri rilevanti impatti ambientali”.
“Il secondo vantaggio economico è la capacità di queste scelte green di attivare, con investimenti pubblici, effetti moltiplicatori rilevanti anche di quelli privati. Il terzo sta nella capacità di utilizzare e promuovere innovazione, diffusione di buone pratiche e di buone tecniche”.
Il mercato del lavoro che riguarda questo settore è infatti particolarmente fluido: una stima sul 2018 ha confermato che ammonta a 473.582 il numero di contratti che le imprese avevano preventivato di attivare. Peccato che la geografia della distribuzione dei green jobs sia orientata soprattutto nella fascia nord del paese dove soltanto la Lombardia vale 123.380 assunzioni, cioè più di un quarto del totale nazionale. La Sicilia si ferma a quota 19.994, appena il 4,2%, con un’incidenza di 8,9% sul totale delle assunzioni regionali (10,4% la media nazionale). Nella sola Milano il dato ammonta a 63.242.