Cultura

Dalla scoperta del Muro di Hammurabi parte “OpenLab – Pionieri della Cultura”

PALERMO – Con la scoperta del Muro di Hammurabi fatta a Baghdad dal team del dipartimento di Archeologia dell’Università di Catania parte “OpenLab – Pionieri della Cultura”, parte il nuovo ciclo di laboratori della Fondazione Federico II portato avanti da studiosi e artisti impegnati nella salvaguardia della cultura dal rischio estinzione. All’evento, presentato dal direttore della Fondazione, Patrizia Monterosso a Palazzo Reale, hanno partecipato da remoto l’ambasciatore italiano in Iraq, Maurizio Greganti, e Laith Majid Hussein, direttore dello Sbah.

“Questo nuovo percorso intitolato ‘Pionieri della cultura’ si apre con un’eccellenza siciliana riconosciuta a livello internazionale, cioè Nicola Laneri dell’Università di Catania, che ha guidato la missione archeologica siciliana in Iraq – ha dichiarato Patrizia Monterosso -. Open Lab sarà dunque la narrazione dal vivo di chi difende e vive di cultura in due modi: preservando l’eredità culturale come il patrimonio dell’umanità, come nel caso odierno, oppure artisti e saggisti che ci racconteranno una nuova visione del mondo. In primis, ci proiettiamo, però, a Baghdad per ricordarci che il nostro punto di vista è il mondo e non solo casa nostra, la cultura è il ponte verso l’altro, è dialogo e pace. L’Iraq, l’antica Mesopotamia, è la culla dell’umanità, per cui qui diventa chiaro come il patrimonio intellettuale sia importante per la salvaguardia dell’umanità, perché i conflitti devono essere combattuti anche con la cultura”.

Il primo appuntamento ha dato, quindi, spazio all’esperienza del gruppo di archeologi dell’università di Catania che ha riportato alla luce una cinta muraria nel sito di Tell Muhammad, un avamposto militare costruito da Hammurabi a Nord di Babilonia tra il fiume Tigri e l’Eufrate. La struttura dalle dimensioni monumentali sarebbe stata costruita durante il regno di Hammurabi, nel secondo millennio prima di Cristo. È una testimonianza considerata dagli archeologi di grande importanza, che ha portato il gruppo di Laneri nei percorsi di un’area di Baghdad attraversata da canali, ciò conferma la tesi che anticamente la città fosse percorsa da decine di canali d’acqua. Quella di Nicola Laneri è una delle 19 missioni italiane che sono state fatte in Iraq. Sono loro, ha detto l’ambasciatore italiano Maurizio Greganti in collegamento da Baghdad, ad avere creato un collegamento attivo con un paese per il quale la cultura è diventata strumento di rinascita dalla guerra.

“La più grande difficoltà – ha riferito Laneri – è che il sito di Tel Muhammad si trova nella periferia sud della città che per circa tre quarti è stato inglobato nell’espansione urbana. Fu individuato a metà dell’800 dall’archeologo inglese Layard, che comprese come potesse essere considerato un avamposto di Hammurabi, appartenente alla prima dinastia babilonese. Hammurabi fu il primo sovrano mondiale e cambiò la visione del mondo, codificata nel suo famoso codice. Durante il nostro scavo ci siamo imbattuti in una porta e abbiamo identificato il ‘nostro’ il bastione, alto 6 metri e lungo circa 50, che va in direzione della zona sacra dell’insediamento. Al di sotto abbiamo anche ritrovato un canale di scolo in ceramica, cioè una vera e propria fognatura risalente a 4 mila anni fa. Il difficile sarà tracciare un sistema di mappatura dei canali in un’area altamente urbanizzata. Il nostro obiettivo, insieme all’ambasciatore, è creare un parco archeologico di area paleo-babilonese da lasciare alla popolazione locale e ai turisti che speriamo arrivino sempre più numerosi in questo Paese”.