Editoriale

I dati sono il nuovo petrolio

Solo cinque società americane (Amazon, Apple, Facebook, Google e Microsoft) hanno una patrimonializzazione di circa mille miliardi di dollari con un giro d’affari immenso.

Il mercato si sta spostando sulla Rete in maniera irreversibile, con la conseguenza che chi non si adegua rapidamente alla domanda, pian piano viene emarginato e, alla fine, tagliato fuori.

Si capisce che la realtà che avanza e che scardina i sistemi precedenti in tutti i versanti dell’economia, ma anche della società, è difficile da recepire e anche da digerire. Ma solo chi sollecitamente si adegua al cambiamento, resta in competizione e riesce, per conseguenza, a mantenersi a galla.

Miliardi di internauti intervengono da tutto il mondo per chiedere informazioni, fare transazioni commerciali, dire la propria a prescindere che si tratti di una cretinata: insomma, l’interlocuzione è ormai mondiale, limitata però dal fatto che le reti non coprono tutta la superficie terrestre e marina, anche se continuano a espandersi per consentire a chiunque, in qualunque parte sperduta del mondo, di inserirsi nel circuito totale.

La conseguenza di quanto precede è che i dati, le informazioni, costituiscono il nuovo petrolio perché la loro conoscenza consente di orientare le offerte, di capire prima degli altri l’andamento dei mercati e il sentimento dei consumatori.

Per esempio, avrete notato come in questi ultimi mesi vi sia una valanga di offerte di auto elettriche, un mercato ancora in embrione. La conseguenza è che le società di fornitura dell’energia stanno preparando piani vastissimi per l’installazione delle colonnine; le imprese stanno insediando la produzione di batterie e altri gruppi mondiali stanno fortemente potenziando la produzione dei chip, essenziali per tutte le apparecchiature elettroniche e per le stesse auto elettriche.
Insomma, c’è un mercato in fortissimo movimento che è conseguente alle informazioni e ai dati che ogni produttore riesce a catturare, spesso anche illecitamente.

Bisogna avere i nervi saldi per non farsi sommergere dall’innovazione, che anzi dev’essere presa e attuata con sollecitudine in modo da restare in linea con i competitori.

Il gigantismo delle imprese che fanno informazione nella Rete, di qualunque genere, soprattutto quella commerciale, ha creato problemi non indifferenti a tutti i Paesi perché, a fronte del vertiginoso aumento del giro d’affari (solo Alibaba ha un fatturato di cinquecento miliardi di yuan), tali proventi non vengono assoggettati a imposte, ovvero a imposte risibili.

Pian piano però i diversi Governi stanno mettendo alle strette tali soggetti, per esempio Google e Facebook, i quali cominciano a cedere alle richieste e a pagare un po’ più le imposte dovute.

Fermo restando che ogni gruppo imprenditoriale possa stabilire la propria sede in qualunque parte del mondo, è assolutamente obiettivo che gli affari prodotti in un Paese debbono essere assoggettati alle imposte dello stesso, per un bilanciamento che non può essere sotteso.
Si tratta di una dura battaglia che pian piano comincia a trovare soluzioni.

I dati sono il nuovo petrolio non solo per il business, ma anche per le situazioni politiche nazionali e internazionali. Infatti, con l’informazione (che dovrebbe essere obiettiva e completa), si influenzano le popolazioni, le quali poi esprimono la classe dirigente politica, fra cui quella che governerà.

Purtroppo, la diffusione delle informazioni non corrisponde alla diffusione della cultura, perché mentre la prima è fine a se stessa, la seconda collega in una sorta di rete tutti i punti in modo da far comprendere come funzionano le cose.

Si capiscono le conseguenze. Se un cittadino del mondo viene a conoscenza di un certo fatto e non riesce a collegarlo con tutti gli altri simili e analoghi, precedenti e conseguenti, capisce poco e in modo errato.
In questo versante hanno un forte ruolo i mezzi di comunicazione, soprattutto quelli in rete e gli altri in tv e radio.

Il giornale di carta ha perso appeal in generale, ma mantiene un ruolo importante, soprattutto se si innova facendo approfondimenti, commenti e dando le spiegazioni che né rete né tv sono capaci di trasmettere ai cittadini.