Crisi idrica, aiuti agli agricoltori, sostegno ai Comuni impegnati nella raccolta della cenere vulcanica. Il disegno di legge sulle variazioni da apportare al bilancio della Regione Siciliana attraversa i temi più delicati che hanno sin qui caratterizzato il 2024 in Sicilia.
Lontano dalle polemiche che in estate hanno caratterizzato la legge con cui sono stati distribuiti contribuiti a pioggia per l’organizzazione di feste di paese, sagre e manifestazioni musicali, l’Assemblea regionale siciliana ieri mattina ha iniziato a lavorare su un testo che prevede lo stanziamento di risorse straordinarie per arginare i pesanti problemi che hanno colpito l’isola, e di riflesso i settori economici legati al territorio e all’ambiente.
Il ddl si trova all’esame della commissione Bilancio e, com’è naturale che sia, sarà soggetto a modifiche, aggiunte e cancellazioni delle norme inserite dalla giunta guidata da Renato Schifani. Il termine per la presentazione degli emendamenti scadrà la prossima settimana.
Ad avere un ruolo da protagonista all’interno del testo legislativo sono le misure per affrontare l’emergenza idrica. Il ddl al momento prevede uno stanziamento di 30 milioni da ripartire così: 25 milioni da destinare a enti locali ed enti gestori per la realizzazione di lavori e per acquisizione di mezzi e attrezzature per fronteggiare l’emergenza; 2,5 milioni per progettazioni e indagini per la futura realizzazione di dissalatori, per la manutenzione di mezzi ma anche per l’acquisto del gasolio necessario a far viaggiare le autobotti utilizzate per il rifornimento idrico; e i restanti 2,5 milioni per lavori di ripristino della funzionalità di pozzi, impianti di potabilizzazione e sollevamento.
Per quanto riguarda i dissalatori, la richiesta è quella di stanziare poco più di due milioni per consentire di proseguire fino a fine anno l’attività in alcuni degli impianti localizzati nelle isole minori – Lampedusa, Linosa, due a Pantelleria, Ustica, Lipari e Vulcano –, per poi da gennaio fare affidamento sul capitolo inserito nella finanziaria che vede la spesa in oltre 15 milioni annui. “Il dipartimento dell’Acqua e dei Rifiuti, nella considerazione che i contratti di gestione dei dissalatori di Pantelleria, Lampedusa e Linosa verranno a scadere a fine ottobre del corrente anno e non potendo utilizzare la nuova copertura finanziaria disponibile a far data dall’1.1.2025, deve sin da subito provvedere alla copertura dei costi di produzione di acqua dissalata per i mesi di novembre e dicembre 2024, al fine di garantire il servizio senza soluzione di continuità non interrompendo la fornitura idrica con l’inevitabile insorgere di problematiche igienico sanitarie e l’eventuale aggravio dei costi per l’approvvigionamento alternativo con navi cisterna”.
Il ddl sulle variazioni di bilancio della Regione Siciliana affronta anche le richieste giunte da Castelvetrano in merito alla gestione del depuratore, che da qui in poi potrà consentire il riuso a fini irrigui dell’acqua trattata. “Il Comune, che già sostiene i costi per l’energia elettrica necessaria per il funzionamento, ha dato disponibilità ad assumere in gestione l’impianto nella sua interezza per il periodo transitorio di affidamento del servizio idrico integrato a gestore unico d’ambito – si legge nella relazione al vaglio della commissione Bilancio –. Ha tuttavia rappresentato la necessità di poter ottenere un sostenimento finanziario per un periodo transitorio valutato in un anno, dovendo provvedere all’affidamento del servizio nelle more dell’adeguamento del proprio profilo tariffario che al momento esclude l’applicazione del canone di depurazione, posto che l’avvio all’esercizio dell’impianto adeguato alla normativa è avvenuto solo nei mesi scorsi. Il costo di gestione per un anno (con esclusione delle spese energetiche già sostenute dal Comune) è valutato in 600mila euro”.
La forte siccità che sta interessando la Sicilia ha messo in ginocchio il settore agricolo. Le richieste di aiuto arrivano da tutte le province. Il ddl sulle variazioni di bilancio, a riguardo, propone di incrementare le somme destinate all’abbattimento delle bollette che gli agricoltori pagano ai Consorzi di bonifica per un servizio sempre più carente, anche per la necessità di provvedere innanzitutto a rifornire le abitazioni. “La crisi idrica e la priorità degli usi idropotabili hanno determinato ridottissime assegnazioni all’agricoltura da parte dell’Autorità di bacino ai Consorzi di bonifica per gli usi irrigui, non superiori al dieci per cento dei fabbisogni colturali, che in molti comprensori hanno consentito solo irrigazioni di soccorso per scongiurare il disseccamento delle piante”, viene ricordato nella relazione che illustra il disegno di legge.
L’attuale testo prevede di incrementare lo stanziamento di fondi già disposto qualche mese fa “per l’abbattimento dei ruoli consortili, diversamente a carico degli agricoltori, fino a concorrenza del totale della componente irrigua dei ruoli stessi, garantendone il pieno sgravio a beneficio delle aziende già duramente provate dalla siccità”.
Previsto anche l’aumento – per cinque milioni – delle risorse per finanziare il voucher fieno dopo la riapertura del bando destinato all’acquisto di foraggi da parte degli allevatori siciliani, mentre dovrebbero raddoppiare le somme assegnate per dare sostegno al settore apistico, anch’esso colpito dalla crisi idrica e dal conseguente impoverimento della flora: in questo caso si dovrebbe passare da 784mila euro a 1,5 milioni.
Tra gli investimenti che la Regione prevede di fare ci sono spese per rafforzare le reti di rilevamento delle precipitazioni gestite dalla Protezione civile regionale e dal Servizio informativo agrometeorologico siciliano dell’assessorato all’Agricoltura.
Nonostante l’Etna da qualche mese non erutti più, in buona parte dei centri alle pendici del vulcano il problema della gestione della cenere ricaduta in estate resta centrale. Dopo avere quantificato i costi per la raccolta e lo smaltimento – e mentre ancora arranca l’iter che dovrebbe portare al riuso nei processi produttivi industriali dei materiali lavici – l’Ars punta a rimpinguare il contributo di poco meno di un milione destinato agli enti locali con una legge dello scorso agosto.
“Considerato che dalle comunicazioni pervenute dagli enti interessati e dall’ipotesi di riparto delle somme stanziate risulta che gli stessi hanno richiesto la somma di euro 12.628.909,76, di cui euro 6.066.063,61 già impegnata o spesa e che lo stanziamento attuale copre una minima parte del fabbisogno necessario, si chiede l’incremento di due milioni di euro”.
È di dieci milioni di euro la cifra che si propone di assegnare al capitolo riguardante le misure di intervento per i siti contaminati. Nella regione continuano a esserci tante ex discariche da bonificare e altre aree che preoccupano dal punto di vista delle conseguenze su ambiente e salute. Prevista la redazione di un piano decennale e il finanziamento delle “attività inerenti le indagini preliminari e il piano di caratterizzazione, individuando in tal modo – si legge – i siti su cui si debba effettivamente intervenire con una progettazione operativa di bonifica o nel caso di non superamento dei livelli di concentrazione soglia di contaminazione con le azioni previste dalla normativa nazionale”.
La proposta di legge presentata all’Ars da Schifani e dall’assessore all’Economia Alessandro Dagnino include una serie di misure economiche destinate all’imprenditoria. Nello specifico all’Irfis dovrebbero andare 20 milioni per la costituzione di un plafond destinato per il settore delle medie imprese, mentre dieci milioni sarebbero destinati alla “concessione di finanziamenti agevolati, assistiti da contribuzione a fondo perduto, in favore delle micro, piccole e medie imprese operanti in Sicilia che prendono parte a operazioni di aggregazione aziendale”.
In 3,5 milioni di euro invece si dovrebbero individuare la dotazione finanziaria per un avviso pubblico destinato a sostenere l’imprenditorialità giovanile e femminile.
Per quanto riguarda la tutela del diritto allo studio, il governo Schifani propone di puntare sui prestiti d’onore. L’iniziativa, chiarisce la giunta di centrodestra, “prende spunto dalla consolidata esperienza inglese in materia di prestito universitario con la quale si intende garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti siciliani che intendono iniziare un percorso di studi universitari. In base ai dati in possesso, si stima un numero di studenti siciliani di circa 150mila unità, di cui il 20% circa ha optato per l’iscrizione in altre università italiane o estere negli ultimi dieci anni”.
“Vista la necessità di invertire il fenomeno migratorio giovanile e volendo andare incontro alla necessità delle famiglie, questa proposta di legge – si legge nella relazione – si pone l’obiettivo di garantire il diritto allo studio nella regione, contribuendo a rallentare questo flusso di giovani intelligenze. Il prestito, erogabile fino a un massimo di 10mila euro, verrà concesso dagli istituti bancari e di credito che aderiranno a tale iniziativa. A fronte degli interessi sul prestito, la Regione concede un contributo a fondo perduto agli studenti per il periodo di preammortamento pari alla durata del corso di studi, nonché la garanzia parziale sui prestiti suddetti, attraverso l’Irfis-FinSicilia”.
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