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Ddl Zan affossato, proseguono le manifestazioni a Palermo

Una manifestazione pacifica per affermare ancora una volta i diritti LGBTQIA+ e protestare contro l’affossamento del Ddl Zan.

Il pretesto, a pochi giorni dal Palermo Pride, è nato dalla presentazione del libro “Il delitto di Giarre. 1980: un caso insoluto e le battaglie del movimento LGBT+ in Italia” di Francesco Lepore che si è tenuto oggi presso la Sala delle Lapidi, al Palazzo delle Aquile.

La comunità del Pride, però, ha deciso di non partecipare all’evento: “Non tollereremo oltre lezioni sulla buona politica e sulla necessità di mediare per ottenere una legge. Ivan Scalfarotto (Italia Viva), che siederà al tavolo della presentazione, nel 2013 stava smontando la legge Reale Mancino cedendo alle provocazioni dell’UDC e dell’ala cattodem del PD. Ora viene a parlare di omofobia nella nostra città. Il deputato oggi sostiene che sul Ddl Zan era necessario mediare: ma su cosa? Sull’identità di genere e sulla scuola ovviamente – ha scritto la comunità del Pride palermitano – I nostri diritti sono stati svenduti sull’altare delle trattative per costruire una nuova coalizione politica di centro destra che va da Italia Viva fino alla Lega”.

Queste parole hanno scatenato l’ira di alcuni rappresentanti delle nostre istituzioni come la viceministra Teresa Bellanova che ha definito il comunicato “vergognoso e pericoloso”. Il capogruppo di Italia Viva, Davide Faraone ha invece accusato il movimento di intolleranza e di attaccare le libertà altrui.

“Non siamo noi a volere zittire loro, ma sono loro che provano a zittire noi col peggiore degli strumenti: trasformare in carnefici noi che siamo le vittime dei loro soprusi. E nonostante questo veniamo gettati in una canea social contro i nostri corpi e contro la nostra agibilità politica – ha affermato ancora il movimento LGBTQIA+ – Contro di noi che, dopo aver visto calpestata la nostra dignità dal voto di mercoledì in Senato, chiusosi con un applauso indecente, veniamo vigliaccamente consegnati ai leoni da tastiera come un pericolo per le altrui libertà. Abbiamo capito il gioco e non ci stiamo. Agitare questo spettro ha il solo scopo di silenziarci, di provocare lo scontro, di trasformare una pacifica, per quanto arrabbiata, manifestazione, in un teatro di sedizione. Siamo noi ad avere paura, non loro”.

Alla protesta in piazza Pretoria era presente anche il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha infine dichiarato: “Quello che è accaduto in Parlamento pesa come un macigno sul cammino dei diritti del nostro Paese. La bocciatura del Ddl Zan è stata una scelta eversiva perché sui diritti non si media. L’identità non dipende dal sangue dei genitori ma è un atto supremo di libertà. E viene prima del diritto alla vita”.

Sonia Sabatino