Innovazione

Death Stranding, il ritorno di Kojima

ROMA – Può un videogame essere un’opera d’arte e aspirare agli stessi riconoscimenti riservati al cinema o ad altre forme d’intrattenimento? Una domanda che ovviamente non può riguardare tutte le espressioni videoludiche, ma che diventa più che mai attuale di fronte a produzioni importanti come Death Stranding, l’ultima fatica realizzata da Hideo Kojima, uscita proprio ieri su Playstation 4 e in pubblicazione nel 2020 su Pc.

Il gioco in questione è il primo realizzato dal producer giapponese dopo la (brusca) separazione dalla software house Konami, cui è seguita la nascita dell’indipendente Kojima Productions. Un titolo, Death Stranding, che ha subito attirato l’attenzione degli appassionati, sia per il fitto mistero avvolto attorno a una trama incomprensibile dai primi trailer che per il coinvolgimento di attori di fama internazionale: Norman Reedus (The Walking Dead) è il protagonista Sam Porter Bridges, Mads Mikkelsen (Casino Royale, Doctor Strange, Van Gogh) interpreta il ruolo del villain Cliff, mentre completano il cast personaggi del calibro di Léa Seydoux (Grand Budapest Hotel, La bella e la bestia, Spectre), e Lindsay Wagner (La donna bionica). Il tutto senza dimenticare la partecipazione di registi come Nicolas Winding Refn e Guillermo del Toro.

Da ieri, giorno ufficiale di pubblicazione, l’attesa è finalmente finita e i videogiocatori di tutto il mondo possono finalmente mettere le mani sul titolo del leggendario autore della saga di Metal Gear. Una nuovissima avventura d’azione open world che, come sottolineato dagli stessi autori “sfida ogni definizione di genere”.

“In un futuro non troppo lontano – si legge nella sinossi del gioco – il mondo è sconvolto da misteriose esplosioni, che danno vita a una serie di eventi soprannaturali chiamati Death Stranding. Con creature ultraterrene che infestano il paesaggio e un’incombente estinzione di massa, sarà Sam Porter Bridges a dover attraversare una terra desolata e devastata per cercare di salvare il genere umano dall’imminente annientamento”.

Ci troviamo dunque di fronte a un prodotto artistico o a un semplice intrattenimento per ragazzi? Le prime, entusiastiche recensioni pubblicate sulla stampa specializzata fanno pendere l’ago della bilancia verso la prima ipotesi, ma come spesso accade occorre lasciare ai posteri l’ardua sentenza…