Durante la seconda edizione dell’Act Tank Sicilia, il forum organizzato da “The European House – Ambrosetti” e dalla Regione Siciliana, è stato presentato il Piano industriale dell’Isola, volto a fermare il declino industriale in Sicilia.
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Il piano, fortemente voluto dall’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo, è il primo strumento di politica economica con scelte strategiche precise adottato dalla Regione.
Il tutto è svelato in un articolo apparso sulle pagine del Sole 24 ore, a firma di Nino Amadore. “In Sicilia – dice Tamajo – risultano attive circa 400 mila imprese: un insieme di micro, piccole e medie aziende sulle quali è necessario innestare e potenziare mirate politiche di crescita, finalizzate all’incremento della competitività sotto il profilo della qualità, dell’innovazione e della sostenibilità delle produzioni. L’obiettivo è condurre definitivamente la Sicilia, e i suoi sistemi produttivi, fuori da una possibile condizione di marginalità nei mercati”.
La Sicilia è ultima in Italia per incidenza del settore industriale sul totale del valore aggiunto della regione con un 13,1%, persino dopo la piccola Calabria. La sfida, dunque, è di un certo tipo.
Il peso relativo dell’industria in tutto il paese ha subito, a partire dal 2001, una progressiva contrazione, ma in Sicilia è andata peggio: l’incidenza dell’industria sul valore aggiunto totale in Italia si è ridotta del 2,9% tra 2001 e 2022, del 4,8% nel Mezzogiorno (da 22,8% a 18%) e del 7,4% in Sicilia (da 20,6% a 13,1%).
Inoltre, la condizione infrastrutturale dell’Isola e in particolar modo delle aree industriali è quasi catastrofica: in molti casi sarebbe necessario un intervento urgente in termini di vivibilità.
Ecco di seguito indicate le sei priorità in merito al declino industriale in Sicilia:
“Per quanto riguarda il Fesr 2021-27 abbiamo predisposto un pacchetto di interventi agevolativi con una dotazione di circa 800 di milioni – dice Tamajo –. Una cornice programmatica che si rafforza con le risorse del Fondo sviluppo e coesione, circa 450 milioni”.
Il punto di partenza è, dunque, di oltre 1,25 miliardi senza contare altre linee di finanziamento (a partire dal Pnrr) e nuovi strumenti che l’assessorato intende mettere in campo: “Puntiamo – dice l’assessore– su un aggiornamento dei processi per rendere le agevolazioni di facile accesso, selettive sul progetto e non su requisiti, limitando il più possibile tecnicalità scoraggianti e con tempi certi nella concessione”.
Si prevede, inoltre, l’integrazione tra gli interventi regionali e quelli nazionali, sia agevolativi che finanziari: in cantiere i lavori con il Mimit per mettere risorse finanziarie sui contratti di sviluppo e sugli accordi di innovazione. Verrà poi costituita una sezione speciale Sicilia del Fondo di garanzia e verranno attivati strumenti di ingegneria finanziaria innovativa “per promuovere un meccanismo incentivante che tenga conto delle trasformazioni in atto nel sistema delle imprese”.