PALERMO – È stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 143 del 21 giugno scorso il Decreto legge n. 73 del 21/06/2022 (il Decreto semplificazioni), recante “Misure urgenti in materia di semplificazioni fiscali e di rilascio del nulla osta al lavoro, Tesoreria dello Stato e ulteriori disposizioni finanziarie e sociali”.
Per la verità, pur consapevoli che non si tratta della riforma fiscale tanto attesa, ci si aspettava un intervento di semplificazione del Governo più massiccio, essendo troppi i problemi amministrativi/fiscali che rallentano l’attività dei contribuenti e che tengono molto basso il livello di “compliance” verso il nostro sistema tributario. Si tratta, infatti, di piccolissimi ritocchi che, peraltro, non si capisce come mai non siano stati fatti nei decenni passati (vedasi il termine di registrazione degli atti ai fini dell’imposta di registro) se è vero, come è vero, che ora, e solo ora, se ne riconosce la necessità dell’intervento modificativo.
Nel frattempo giungono notizie sullo stato di avanzamento dei lavori sulla riforma fiscale, non dimenticando che, anche in questo caso, si tratta di una riforma parziale stante che la tanto auspicata revisione del sistema tributario del nostro Paese, con la riduzione del numero dei tributi e degli adempimenti, nonché con l’istituzione dei Testi unici al posto della miriade di disposizioni legislative che regolano l’applicazione dei tributi oggi esistenti e che creano la confusione che tutti conosciamo, ostacolando la tax compliance e facendo diminuire gli investimenti dall’etero, trova grossissime difficoltà ad essere realizzata.
Dopo l’esame della Camera dei deputati, il disegno di legge sulla riforma introduce alcune novità, come la possibilità di rateizzare con periodicità mensile gli acconti delle Imposte sui redditi, e di una fuoriuscita “dolce” dei contribuenti che, superando la soglia di ricavi di 65.000 euro, escono dal regime forfettario. Ma si tratta in ogni caso di anticipazioni che potrebbero essere smentite dopo l’esame del Senato.
Un’altra riforma in attesa di giungere in Gazzetta è quella del Contenzioso Tributario. Ma anche qui i problemi sono enormi, stante le diverse posizioni delle categorie professionali interessate. I punti oggi maggiormente in discussione sono quello dell’età dei magistrati, visto che la prevista fuoriuscita dei giudici al compimento dei settant’anni comporterebbe una drastica e immediata diminuzione dei presidenti, vice presidenti e componenti delle attuali Commissioni, provinciali e regionali. Anche l’organizzazione del sistema della Giustizia Tributaria rappresenta un grosso nodo da sciogliere. L’attuale sistema, che pare si vorrebbe confermare, mantenendo la Giustizia tributaria sotto la dipendenza logistica del Mef, dà luogo a evidenti problemi di natura costituzionale.