“Quando si fanno opere infrastrutturali che servono a tamponare l’attuale deficit idrico è sicuramente un fatto positivo. Ma non è sufficiente e non bisogna dimenticarsi dell’attività agricola. Noi in questi giorni abbiamo assistito a una guerra fra poveri, ovvero tra la provincia di Enna e quella di Caltanissetta, proprio per l’approvvigionamento idrico, cosa alla quale non vorremmo più assistere”. Con queste parole il presidente regionale della Confederazione Italiana Agricoltori, Graziano Scardino, intervenuto al Qds.it, commenta il recente ok del governo nazionale a quello regionale per lo stanziamento di 28 milioni e 100mila euro per far fronte al deficit idrico in Sicilia, per il quale lo scorso mese di maggio è stato dichiarato lo stato di emergenza di 12 mesi.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI
“Ci auguriamo – afferma – che assieme a fondi regionali, a fondi legati al Pnrr e ad altri fondi europei che ci sono per il miglioramento dell’approvvigionamento idrico noi riusciremo finalmente ad affrontare il problema, che non si risolve solo con i temporali o con la risalita del livello nella diga Ancipa. Il vero tema è che noi dobbiamo fare un lavoro per capire al meglio come poter far riempire i nostri invasi e come poter distribuire al meglio l’acqua nel periodo estivo, o in genere quando serve, aldilà dei periodi di siccità”.
Tutto questo, assieme al recente innalzamento del livello della diga Ancipa, rappresenta sicuramente una grande boccata d’ossigeno per l’agricoltura e più in generale per l’ambiente dell’Isola. Ma non si deve mai abbassare la guardia, perché “non dobbiamo disperdere un euro – prosegue Scardino – di quello che il governo nazionale, ma anche i fondi comunitari, ci mettono a disposizione e dobbiamo anche fare sistema. Il livello della diga Ancipa si è alzato solo perché ha piovuto e per ora non c’è più quel rischio di continuare a razionare l’acqua. Il governo regionale ha iniziato un’opera di razionamento dell’acqua nel periodo estivo che ha permesso di prolungare i tempi fino a ora, altrimenti la diga Ancipa si sarebbe asciugata molto prima”.
“Questo intervento ha creato dei malumori nei comuni perché la maggior parte di essi aveva l’acqua una volta a settimana, ma questo ha permesso di arrivare fino al mese di novembre per poter continuare a erogare questa acqua. Poi per fortuna sono arrivati i temporali, il livello è salito e speriamo che continui a salire. Ma nei vari progetti che ha la Regione Siciliana c’è anche quello riguardante le dighe in generale, che devono avere dei convogliatori di acqua, con sistemi di trasporto e canalizzazione, per far arrivare quanta più acqua possibile nella diga ed evitare che essa vada a finire in mare” afferma.
“Si devono, quindi, completare le opere infrastrutturali per far sì che l’acqua non si disperda, sia per l’uso agricolo che per quello civile. Penso alla condotta di Fiumefreddo che fu fatta da Rino Nicolosi, presidente della Regione. Speriamo che con questi fondi si facciano interventi seri e che possano risolvere molti di questi problemi in alcune aree, perché il vero tema è la manutenzione. Ben venga che si lavori sulle dighe, ma con queste scarse piovosità bisogna convogliare le acque in queste dighe”. Così Scardino sulla questione del deficit idrico in Sicilia.
Bisogna stare attenti però anche alle acque reflue, soprattutto per il periodo estivo. Inoltre, ci sono alcune aree che hanno bisogno di maggior attenzione e i fondi vanno destinati bene.
“Non dimentichiamo che c’è il grande tema delle acque reflue – afferma Scardino. Sicuramente la Piana di Catania ha più bisogno per i tanti agrumeti che ci sono, ma a estremo occidente c’è il problema della diga Trinità che non si riesce a risolvere. Questa, infatti, per problemi strutturali non si può collaudare. Nella zona centrale dell’Isola ci sono dighe con pochissima acqua, che quando c’è si disperde in mare per carenze infrastrutturali”.
“In questa cifra, che è fatta per tamponare, ci si dovrebbe focalizzare sugli interventi più importanti, come quello della traversa che porta l’acqua dalla diga Nicoletti alla Ogliastro. Non bisogna parlare di acqua in Sicilia solo quando c’è il deficit idrico e l’attuale assessore può favorire interventi mirati. Con le piogge si riempiono le falde e i torrenti danno acqua negli invasi. Dobbiamo continuare a migliorare la nostra capacità e l’acqua deve essere invasata anche per l’uso civile, per poi essere potabilizzata. I tre temi fondamentali sono quindi i dissalatori, i desalinizzatori e le acque reflue per portare acqua alla nostra Isola”. Conclude così Scardino, mettendo a fuoco i principali nodi sul deficit idrico in Sicilia.
Il presidente regionale di Confagricoltura, Rosario Marchese Ragona, pone la sua attenzione sul Bando 5.1, destinato alla realizzazione di infrastrutture private per gli agricoltori.
“Il governo regionale e l’Assessorato all’Agricoltura – spiega Marchese Ragona – hanno emanato il Bando 5.1, che consentirà agli agricoltori di realizzare dei laghetti e delle infrastrutture per prevenire il deficit idrico con la contribuzione a fondo perduto dell’80%. È un intervento importante perché consentirà a tutti gli agricoltori di dotarsi di strutture autonome e private. Esso segue a un altro bando sui pozzi dello scorso mese di settembre. Sono misure tampone nell’attesa che il governo nazionale possa collaudare quelle 20 dighe siciliane e migliorare la rete idrica. Non dobbiamo perdere di vista la parte pubblica e dobbiamo pensare anche alle condutture colabrodo”.
Il finanziamento rappresenta sicuramente un toccasana, ma si spera in altri stanziamenti, tenendo d’occhio anche i problemi della zona centrale dell’Isola. L’acqua nella diga Ancipa è ancora poca.
“Il ministro Musumeci – conclude Marchese Ragona – ha annunciato provvedimenti a favore della nostra agricoltura in occasione dello scorso G7 a Siracusa, nello specifico durante un nostro convegno. Con 28 milioni e 100mila euro vediamo un buon segnale, ma non riusciamo ancora a soddisfare tutto. Ce lo prendiamo in acconto e ci auguriamo che possano esserci altri soldi che possano ristorare tutti coloro che hanno avuto danni. Le piogge rappresentano anch’esse un buon segnale per il deficit idrico in Sicilia, ma adesso speriamo di poter riempire gli invasi. Per la zona centrale dell’Isola dico che ad Ancipa c’è ancora poca acqua e ci auguriamo che continui a piovere, perché nei comuni si parla di 15-20 giorni per veder arrivare l’acqua. I comuni devono dotarsi dei depuratori, perché le acque reflue devono essere depurate”.
Immagine di repertorio