C’è il via libera del Consiglio dei ministri alla delega fiscale, ma l’approvazione del testo della legge è avvenuta senza la Lega che, contraria alla riforma del Catasto, ha disertato la riunione del Governo di ieri.
Confermato l’intervento sull’Irpef, con aliquote rimodulate, e la revisione del Catasto, senza aumenti delle tasse sulla casa, la graduale riduzione del cuneo fiscale sul lavoro. Si va verso la semplificazione dell’Ires e il graduale superamento dell’Irap e nel testo c’è anche la riforma dell’Iva, con la razionalizzazione di detrazioni e deduzioni fiscali.
Un provvedimento che prevede l’impegno di due miliardi nel 2022 e uno nel 2023 più altre risorse provenienti dalla lotta all’evasione fiscale.
“Il no di Salvini lo spiegherà lui” ha detto il premier Mario Draghi in conferenza stampa.
Il capo del Carroccio se l’è cavata con una battuta: “Nel testo non c’era quanto pattuito. Il metodo non va bene, non è l’oroscopo”.
Ma, dopo la batosta elettorale delle Amministrative, la Lega è in forte difficoltà e il Pd non ha mancato di sottolinearlo.
Il segretario dem Enrico Letta ha parlato infatti, commentando quanto avvenuto in Consiglio dei Ministri, di uno “strappo gravissimo”.
“La riforma fiscale – ha detto – è una parte fondamentale del programma di governo, serve per avere i soldi del Pnrr, per avere un fisco più semplificato, non è un piccola cosa. E’ grave, gravissimo lo strappo della Lega e francamente incomprensibile”.
E’ stata notata anche l’assenza in Cdm del Ministro dello Sviluppo economico, il leghista Giancarlo Giorgetti, secondo alcuni in polemica con Salvini.
“Noi chiediamo al premier Draghi di andare avanti” ha aggiunto Letta, aggiungendo che il Pd non chiederà una verifica di governo.
“Siamo gli ultimi a voler agitare le acque, noi siamo per andare avanti con Draghi, mentre la Lega…” confermano le capigruppo dem a Camera e Senato Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, dicendosi preoccupate “per questo atteggiamento irresponsabile di Salvini e della Lega, che rischia di indebolire il governo e di rallentare il percorso di ripresa e di riforme dell’Italia”.