Cronaca

Denise Pipitone, l’orrore della stanza segreta, segregata dopo il rapimento?

Dalle ultime indiscrezioni, si rafforza l’ipotesi che Denise Pipitone – la bimba scomparsa da Mazara del Vallo il primo settembre del 2004 – possa essere passata da casa di Anna Corona appena dopo il rapimento. E che addirittura possa essere stata segregata in una stanza segreta.

LA STANZA SEGRETA E IL MISTERO DELL’INCIDENTE

Nelle scorse settimane i carabinieri del Ris si sono recati nell’appartamento allora in uso ad Anna Corona e alle due figlie, Alice e Jessica Pulizzi, per ispezionarlo. Una perquisizione avvenuta, di fatto, solo 17 anni dopo la scomparsa di Denise.

Durante l’ispezione sono emerse delle difformità nell’immobile rispetto ai documenti catastali. In particolare, in una stanza è stato creato un soppalco – chiuso – di altezza di circa 1,50 cm. Un locale segreto ricavato dal dimezzamento dell’altezza complessiva di una stanza, insomma. L’avvocato Gaspare Morello, che rappresenta i proprietari dell’immobile che vivono in Svizzera, esclude però l’ipotesi che lì possa esservi stata nascosta la bambina.

A infittire il mistero, la Renault Megane blu semidistrutta e senza targa ritrovata in via Rieti, nei pressi del famoso magazzino in uso all’attualmente indagato – assieme ad Anna Corona – Giuseppe Della Chiave. Secondo quanto riferito da un telespettatore di Chi l’ha visto, dalle immagini registrate da Google la macchina potrebbe trovarsi lì già dal 2017.

Un testimone oculare ha riferito – già 17 anni – fa di aver visto un’auto blu correre disperatamente e scontrarsi contro un marciapiede, quella stessa mattina. A guidarla, una donna bionda con sfumature rosse che si sarebbe subito dileguata. A denunciare il medesimo fatto anche altre due persone, che hanno ritrattato le loro dichiarazioni in un secondo momento.

L’ALIBI DI ANNA CORONA E LE FALSE DICHIARAZIONI DI GIUSEPPE DELLA CHIAVE

Nella Procura di Marsala c’è massimo riserbo sulle indagini. Ma ciò che appare chiaro è che gli inquirenti si stiano concentrando sulle dichiarazioni degli indagati e delle persone informate sui fatti, evidentemente non verificate a sufficienza in precedenza.

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