C’è un fiammifero che gira l’Italia, e alla fine toccherà a qualche regione bruciarsi le dita. Si tratta del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. La Sicilia è presente nell’elenco elaborato da Sogin con le aree potenzialmente idonee con due siti, entrambi in provincia di Trapani. Recentemente, dopo la pubblicazione dell’elenco il 13 dicembre dello scorso anno, i sindaci della provincia di Trapani hanno aderito ad una delle manifestazioni tenutesi sul territorio trapanese contro l’ipotesi di realizzare il deposito in una delle due aree indicate da Sogei: una nel comune di Trapani e l’altra nel comune di Calatafimi-Segesta.
L’area potenzialmente idonea nel comune di Calatafimi-Segesta si trova a circa un paio di chilometri dal parco archeologico. Ma la presa di posizione del territorio contro tale ipotesi di utilizzo della provincia di Trapani, per l’una o l’altra area, non è legata alla sola immagine o soggezione che tale deposito può costituire. Calatafimi è zona sismica, classificata come “zona sismica 2”, e dista pochissimo dalla zona sismica di livello superiore che è la valle del Belice.
Trapani ospita un aeroporto militare, Birgi, base Nato che non rassicura il territorio in un periodo in cui la guerra è notizia quotidiana anche in Italia mentre tra Sigonella e Birgi la Sicilia torna punto strategico per le attività militari nel Mediterraneo. Infine la provincia è zona di acque termali, da quelle segestane a quelle di Acqua Pia, quindi una zona di interesse geotermico.
Sulle 51 aree potenzialmente idonee, secondo la mozione presentata all’Ars dal Movimento 5 Stelle prima e da Sud chiama Nord qualche mese dopo, calendarizzato per il pomeriggio di oggi, la Sicilia non può e non deve essere presente. Le mozioni, dei pentastellati e del gruppo di Cateno De Luca con primo firmatario Giuseppe Lombardo, votate separatamente ed approvate a maggioranza, hanno voluto impegnare il governo della Regione Siciliana ad “attivarsi per la denuclearizzazione dell’intero territorio della Regione Siciliana e per l’assoluto divieto allo stoccaggio ed al transito di scorie nucleari”.
Per la Sicilia, sia secondo la mozione a prima firma Ciminnisi (M5s) che per quella a prima firma Lombardo (Sud chiama Nord), il governo regionale deve dichiarare l’indisponibilità del territorio. Contrari alle mozioni solo i deputati di Fratelli d’Italia.
Intercettata dal QdS la deputata regionale Cristina Ciminnisi ha parlato della mozione presentata all’Ars: “L’obiettivo è quello di impegnare il governo, esattamente come fece precedentemente il governo Musumeci, ad attivarsi per fare escludere i siti attualmente individuati come aree idonee, quindi di Trapani- Fulgatore e di Calatafimi-Segesta, dalla carta nazionale dei siti idonei per il semplice fatto che questi erroneamente vengono qualificati come idonei per una serie di ragioni: rilevanza sismica, vicinanza dell’aeroporto militare Nato, vicinanza al centro abitato, zona geotermica, vocazione agricola e vocazione turistica del territorio. L’obiettivo è quindi di impegnare il governo a dire chiaramente anche qual è la visione di sviluppo che ha del territorio di Trapani. Perché la questione è comprendere se il governo intende rimanere inerte rispetto all’ennesimo sacrificio chiesto alla Sicilia”.
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