Inchiesta

Depurazione, ogni giorno 80 mila euro di multa. “Sicilia regione con la strada più lunga da fare”

PALERMO – Il nuovo commissario unico per la depurazione è stato nominato lo scorso 11 maggio, si chiama Maurizio Giugni e ha già le idee chiarissime sulla situazione isolana: “la Sicilia è la Regione che ha la strada più lunga da fare per recuperare il tempo perduto” anche se, grazie al lavoro avviato nel 2016, si sono finalmente sbloccate “situazioni ferme da decenni”. In ballo ci sono quattro procedure d’infrazione (e una quinta in bilico) per circa 265 agglomerati siciliani e, considerando l’unica procedura giunta allo stato di condanna, alla Sicilia tocca una sanzione da circa 30 milioni di euro all’anno. I lavori, intanto, procedono: dal 2016 ad oggi sono stati avviati 15 cantieri, 87 procedure di gara e stipulati 55 contratti. Entro il 2026 la Sicilia potrebbe essere fuori da tutte la procedure, ma occorre affrettarsi.

PROCEDURE D’INFRAZIONE: 265 AGGLOMERATI ISOLANI NEL MIRINO DELL’EUROPA
Per sintetizzare la situazione siciliana è sufficiente un passaggio del focus realizzato appositamente per il QdS dall’ufficio della Struttura Commissariale per la Depurazione: la Sicilia è “la principale destinataria delle procedure d’infrazione in campo fognario depurativo, dovute al mancato adeguamento degli agglomerati alla direttiva comunitaria sulle acque reflue”.

Complessivamente ci sono 265 agglomerati sotto infrazione – alcuni già in sentenza di condanna con sanzione pecuniaria – a fronte di due sentenze definitive e di altre due procedure giunte rispettivamente allo stato di parere motivato complementare (2014/2059) e di lettera di costituzione in mora (2017/2181). Ma non finisce qui: “Una quinta procedura d’infrazione a carico dell’Italia – si legge nel documento della Struttura Commissariale – potrebbe riguardare altri 50 agglomerati siciliani, che supererebbero quindi quota 300”.

L’IMPEGNO COMMISSARIALE: 206 MLN E 15 CANTIERI
Dopo anni di inazione – considerando che una delibera Cipe aveva stanziato nel 2012 più di un miliardo di euro per la Sicilia e che pochissimo era stato fatto –, l’intervento della Struttura Commissariale, già a partire dal 2016, ha permesso di compiere dei passi in avanti nell’ottica dell’impegno delle somme nell’ottica della riduzione del numero di agglomerati condannati. L’ex Commissario Rolle, nel corso di un’audizione, aveva appunto specificato che, a fronte del fatto che in Sicilia ci sono 390 comuni e che “tre quarti hanno problemi di inquinamento delle acque”, la Struttura si era attivata prendendo impegni per 106 milioni di euro, messo in campo 87 procedure di gara, stipulato 55 contratti e avviato 15 cantieri.

IL DETTAGLIO DEGLI INTERVENTI IN CAMPO
Considerando i 51 agglomerati siciliani inseriti nella sentenza definitiva di condanna della Corte di Giustizia Ue in merito alla causa C-565/10, la struttura commissariale ne ha affidati direttamente 44 e 7 li ha in coordinamento. In riferimento a quelli di diretta responsabilità, ce ne sono 32 con la progettazione in corso, 9 con lavori in corso o aggiudicati, 2 sono invece gli agglomerati conformi. A questi si aggiungono i 13 interventi previsti nell’agglomerato di Palermo: 7 con lavori (gran parte terminati o in avanzamento), 5 allo stato di progettazione, 1 da avviare.
Per quanto riguarda la Causa C85/13, anche in questo caso si tratta di sentenza definitiva di condanna della Corte Ue, ci sono due agglomerati affidati direttamente e altri due in coordinamento con le amministrazioni locali. Dei due affidati alla struttura, si è ancora in fase di progettazione da avviare. Per quanto riguarda le altre due procedure di infrazione (175 agglomerati per la 2014/2059 e 35 per la 2017/2181), la “legge 55/2019 (c.d. Sblocca Cantieri) ha ampliato le competenze del Commissario unico” estendendole a questi agglomerati anche se “un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dovrà chiarire in quali interventi il Commissario svolgerà il ruolo di soggetto attuatore e in quali dovrà assicurare il coordinamento”.

I PRINCIPALI CANTIERI
Nel comune capoluogo si è impegnati su ben 13 interventi, tra cui il depuratore di Acqua dei Corsari, un’opera da oltre 26 milioni di euro che ha già visto l’aggiudicazione dei lavori e la stipula del contratto d’appalto. Il collettore Sud Orientale, invece, è in fase di gara per l’affidamento dei lavori. A Catania la buona notizia è che sono stati firmati i contratti per sette lotti di progettazione della rete fognaria per un impegno complessivo da 400 milioni di euro.

A Misterbianco, nel catanese, è in atto il “più grosso adeguamento di un depuratore e rete fognaria, per oltre 290 milioni di euro, che impatterà positivamente su undici comuni dell’agglomerato”. Restando nel territorio etneo, ad Acireale si sta operando – si è alla “gara di progettazione” – per la realizzazione dell’impianto di depurazione consortile ed estensione delle reti comunali per un importo complessivo di 200 milioni di euro.
Lavori avviati a Castelvetrano, nel trapanese, e a Cefalù e Trabia, nel palermitano, mentre stanno per essere avviati i lavori di adeguamento dell’impianto di depurazione di S.Agata di Militello, nel messinese. E ci sono altri 12 interventi, allo stato di progettazione, ad Augusta, nel siracusano, per 55 milioni di euro.

FUORI DALL’EMERGENZA DEPURAZIONE: OBIETTIVO 2026
Sul cronoprogramma, inciderà inevitabilmente l’emergenza sanitaria di questi ultimi mesi, anche se il 2020 resta un anno fondamentale per l’apertura di molti cantieri. La conclusione è attesa, secondo i cronoprogrammi del precedente commissario, tra il 2023 e il 2024, anche se gli ultimi interventi che potranno condurre fuori dall’infrazione gli agglomerati di carico generato superiore a 15 mila abitanti equivalenti saranno quelli relativi agli agglomerati di Acireale e Catania, la cui conclusione è prevista entro il 2026. In questo senso, è possibile ipotizzare la messa a norma anche qualche anno prima per la maggior parte degli agglomerati, ma verosimilmente sarà proprio il 2026 a sancire la completa fuoriuscita dalle infrazioni.

QUANTO PAGHIAMO: 30 MILIONI ALL’ANNO
L’unica procedura giunta allo stato di condanna con una sanzione pecuniaria è collegata alla causa C-565/10. Secondo una stima effettuata dalla Struttura Commissariale, il costo annuo è individuato in circa 10 euro ad abitante. Considerando i 3 milioni di abitanti equivalenti siciliani coinvolti nella procedura d’infrazione, si parla di circa 30 milioni di euro all’anno che si pagano per le inadempienze legate al sistema depurativo. Una cifra, spiegano dalla Struttura Commissariale, che è destinata a lievitare “se dovessero arrivare a sanzione altre procedure”.

Lo scorso 11 maggio è stato nominato il nuovo commissario Maurizio Giugni
Per completare il lavoro in tutta Italia a disposizione oltre 2 miliardi

ROMA – Lo scorso 11 maggio, si legge in una nota, è stata nominata la nuova Struttura Commissariale che dovrà garantire “l’adeguamento alla direttiva comunitaria di riferimento degli agglomerati individuati nelle procedure C-565/10 (centri sopra i quindicimila abitanti) e C-85/13 (sulle aree sensibili)” e “prossimamente dovrà operare anche rispetto alle infrazioni 2014/2059 e 2017/2181 ancora in discussione con la Ue”.

A guidarla sarà il commissario Maurizio Giugni, direttore del dipartimento di ingegneria civile, edile, ambientale e professore ordinario di infrastrutture idrauliche presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, coadiuvato da due subcommissari: Stefano Vaccari, già senatore della Repubblica, sindaco, amministratore locale e dirigente dell’Ato provinciale e regionale, e Riccardo Costanza, ingegnere ed esperto in materia tecniche coerenti con gli interventi di realizzazione delle infrastrutture idriche.

Per il Commissario Giugni, la Sicilia “è la Regione che ha la strada più lunga da fare per recuperare il tempo perduto. Il lavoro del mio predecessore ha sbloccato tante situazioni ferme da decenni, oggi dobbiamo andare ancora più veloci, forti di una Struttura consolidata e sapendo che saranno più di ieri gli interventi da attuare”.

A DISPOSIZIONE 2 MILIARDI DI EURO IN TUTTA ITALIA
Il nuovo subcommissario Stefano Vaccari ha già fatto una prima stima su quanto sia necessario investire in relazione alle due procedure arrivate a sentenza definitiva: “Oggi per completare il lavoro sugli agglomerati in infrazione in tutta Italia, la struttura commissariale ha a disposizione circa 2 miliardi e 176 milioni di euro, risorse alle quali potrebbero aggiungersene altre con la Finanziaria 2020”.