La Sicilia derogherà al divieto di utilizzazione di letame e liquami da allevamento sui terreni agricoli nei mesi autunnali e invernali. La decisione è stata presa dalla Regione e verrà comunicata al ministero dell’Ambiente. Il provvedimento dell’assessorato all’Agricoltura, firmato dal dirigente generale Dario Caltabellotta, interviene sulla disciplina con cui le aziende agro-zootecniche possono usare i cosiddetti effluenti di allevamento ma anche le acque reflue e il digestato: un uso che da metà autunno e fino a quasi la fine dell’inverno è sospeso per evitare che sostanze inquinanti possano infiltrarsi e raggiungere le falde acquifere.
All’origine della misura presa dalla Sicilia c’è la siccità che da una parte riduce la possibilità che le piogge trasportino sostanze contenenti nitrati nei corsi d’acqua e dall’altra aumenta l’esigenza di fornire nutrienti agli stessi campi. I rifiuti prodotti dagli allevamenti, infatti, possono fungere da fertilizzante naturale, ma al contempo anche rappresentare una minaccia se contengono sostanze contaminanti derivanti, per esempio, dall’uso di farmaci veterinari e fertilizzanti chimici.
In Italia a disciplinare la materia è un decreto ministeriale del 2016, che in Sicilia è stato integrato, due anni fa, da un decreto del presidente della Regione. Tra le tante disposizioni che contiene c’è quella riguardante la determinazione dei periodi in cui letame, reflui e digestato (lo scarto della digestione anaerobica nei processi di produzione di biogas) non possono essere utilizzati in chiave agronomica: la legge impone lo stop da novembre a febbraio, ma al contempo dà la possibilità alle singole Regioni di intervenire nell’individuazione di periodi diversi tenendo conto delle condizioni dei terreni e del clima.
“Nell’attuale contesto pedoclimatico particolarmente critico per l’agricoltura siciliana – si legge nel provvedimento firmato dal dirigente Caltabellotta – il mantenimento di un ampio divieto temporale comporterebbe una ulteriore condizione penalizzante per numerose colture agricole (sia arboree che erbacee) che tradizionalmente vengono praticate in Sicilia e le stesse gioverebbero in maniera significativa degli apporti sul terreno di elementi nutrizionali derivanti dall’utilizzazione agronomica degli effluenti dell’allevamento e del digestato”.
Il decreto poggia su una serie di considerazioni che tirano in ballo la penuria di precipitazioni e il conseguente impoverimento dei suoli: “Come documentato dal Sistema informativo agrometeorologico siciliano persiste un quadro conclamato di siccità”, si legge nel documento, a cui è allegata anche una relazione dello stesso Sias in cui viene ricordato che “le precipitazioni di settembre, come accaduto dopo quelle di agosto, non modificano significativamente il quadro di siccità precedente. Ciò – avvertono i tecnici del Servizio informativo agrometeorologico – è dovuto al fatto che il peso relativo di queste piogge sui totali annuali risulta piuttosto limitato, mentre i totali cumulati di pioggia a medio e lungo termine soffrono ancora di un pesante deficit accumulato fin dall’autunno 2023, che richiederebbe accumuli notevolmente superiori alle medie per essere colmato”.
Per questi motivi, dunque, la Regione ha deciso che fino a fine dicembre il divieto di utilizzazione di liquami, reflui e digestato non sarà in vigore, “fermo restando il permanere, anche per i mesi di novembre e dicembre, del divieto nelle giornate successive a eventi piovosi intensi”.
L’assessorato all’Agricoltura già l’anno scorso aveva deciso di derogare alle disposizioni nazionali. Anche nel 2023, infatti, per quanto la siccità non avesse assunto i caratteri dell’emergenza riconosciuta dal governo nazionale, la mancanza di sufficienti piogge aveva rappresentato un problema per il settore agricolo: “L’andamento climatico in Sicilia nel periodo estivo-autunnale del corrente anno – si legge nelle premesse al decreto che fu varato nel 2023 – è stato caratterizzato da frequenti alte temperature associate a scarsissima pioggia, tanto che nel mese di ottobre, si è registrata una precipitazione piovosa media sul territorio siciliano pari a 6 millimetri (record minimo storico dal 1921)”.
Nel decreto viene annunciato che “con successivo provvedimento sarà approvato un bollettino basato sulle rilevazioni pluviometriche del Sias per la gestione delle deroghe”. Nei piani della Regione, stando a quanto risulta al Quotidiano della Sicilia, ci sarebbe lo sviluppo di un servizio di previsioni meteo relativo specificatamente alla gestione dei nitrati e alla conseguente esigenza di sapere quando attivare o meno i divieti previsti dalla normativa.
L’obiettivo è quello di riuscire a dare indicazioni specifiche sui singoli territori e in base all’effettivo andamento pluviometrico. Qualcosa già implementato dalla Regione Veneto, dove vengono emanati specifici bollettini rivolte alle aziende agro-zootecniche.
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