Editoriale

Destra-Sinistra-Centro, balle! Valgono i bravi

Vi ricordate Giorgio Gaberščik (1939-2003), detto Gaber, autore ed interprete di canzoni che lui stesso creava, con testi che facevano pensare? Ne ricordo una, “Destra-Sinistra”, scritta nel 1994, con la quale prendeva in giro tutti i partitocrati, giornalisti ed altri comunicatori che allora usavano questi termini.
Sono passati quasi trent’anni e ancora oggi vi sono ignoranti che continuano a usare queste parole per indicare la collocazione di figure politiche, economiche e istituzionali nell’agorà pubblica.

“Fare il bagno nella vasca è di destra, far la doccia invece è di sinistra. Un pacchetto di Marlboro è di destra, di contrabbando è di sinistra. Ma cos’è la Destra, cos’è la Sinistra?” e così via cantando. Leggetela, vi farà pensare.

Pensare a che cosa? Alla nostra incapacità come cittadini di essere autonomi per abbandonare la soglia della povertà con un comportamento costruttivo, fondato su un progetto che ognuno di noi nel suo piccolo ha il dovere di formulare.

Dante ci ricordava: “Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e com’è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale’” (Paradiso, Canto XVII).

Perché ognuno possa realizzare i propri progetti, occorre non solo che le istituzioni consentano di utilizzare l’ascensore sociale – portato dall’istruzione tramite le scuole e le università – ma soprattutto che i cittadini abbiano uguaglianza di possibilità e di opportunità.
Senza tale uguaglianza, non vi può essere una sana ed obiettiva competizione. È come se i centometristi non partissero tutti dallo stesso punto. Poi, chi è più forte arriva primo e chi è meno forte arriva ultimo. Così ha stabilito (per chi ci crede) il Padre Eterno, che ha creato la Natura e in essa le persone umane che ci vivono.

Dunque, l’uguaglianza di possibilità e di opportunità è la base affinché vi sia uguaglianza fra i cittadini. Se così non fosse, si tratterebbe solo di enunciazioni vuote, prive di significato e soprattutto prive di effetti.

L’uguaglianza fra i cittadini, prevista dall’articolo 3 della Costituzione, non può essere un teorema, ma una condizione effettiva per una Comunità equa, nella quale ognuno possa esprimere le proprie qualità e, come nello sport, avanzare più degli altri o retrocedere in una sana competizione.

Quello che diciamo non è farina del nostro sacco, ma deriva da molte letture. Fra queste, vogliamo citare gli Atti degli Apostoli (4, 34-35): “Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno”.
Dunque, la Bibbia stabilisce la necessità di produrre ricchezza, da chi ne è capace, che poi va regolarmente distribuita. Per cui, le regole cardinali sono che prima si produca ricchezza e dopo venga data a chi ha bisogno, secondo i principi: prima il merito e poi il bisogno, prima il dovere e poi il diritto.
Non si può fare quello che dicono tanti partitocrati ignoranti, di Destra o di Sinistra, o in malafede: distribuire la povertà. Di San Francesco ce n’è stato uno solo, ma era più un simbolo che non un esempio di realismo.

Sapete quando cominciò la tiritera di Destra e Sinistra? Nel lontano 1789, quando nell’Assemblée Nationale successiva alla Rivoluzione e alla presa della Bastiglia, precisamente il 14 luglio, i borghesi si collocarono a destra ed i socialisti dell’epoca a sinistra. La collocazione in quell’aula è rimasta in questi secoli ed ancora oggi viene ripetuta pedissequamente ed ossessivamente da tanti che parlano per sentito dire, ripetendo gli altri perché privi di elaborazione personale.

La verità è che in una Comunità moderna che volesse crescere e produrre ricchezza da distribuire ai veri bisognosi e non ai nullafacenti, queste denominazioni soffritte dovrebbero essere abolite e, invece, si dovrebbe levare un coro da tutti: avanti i bravi. Perché valgono i bravi, non coloro che non vogliono fare niente, di Destra o di Sinistra.

Insomma, finalmente dovrebbe prevalere la meritocrazia, che è l’unica qualità che seleziona le persone in base al loro valore intrinseco – umano, professionale, etico – distinguendole da quelli che non vogliono far nulla o peggio, che delinquono.