Politica

Di Maio “Libia, soluzione politica l’unica praticabile”

ANKARA – “La soluzione politica in Libia è l’unica praticabile ed è ancora possibile. Crediamo che sia essenziale che tutta la comunità internazionale sostenga con convinzione il cessate il fuoco, un cessate il fuoco sostenibile e non un mero congelamento del conflitto che porterebbe alla divisione del Paese e costituirebbe l’anticamera di un nuovo conflitto armato”, ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nella conferenza stampa congiunta con l’omologo turco Mevlut Cavusoglu ad Ankara.

“Al fine di sostenere un processo politico pensiamo abbia la massima urgenza la nomina del nuovo rappresentane speciale delle Nazioni Unite e in questo contesto ribadisco l’importanza per l’Italia dell’operazione Irini”, una missione che “deve essere bilanciata e non devea favorire alcuna parte libica”.

Dal canto suo il ministro turco ha espresso all’Italia tutta la sua gratitudine per non essersi schierata in Libia con il generale golpista Khalifa Haftar, “a differenza di molti altri Paesi”, e ha precisato che la Turchia e l’Italia continueranno a collaborare per una pace duratura.

Nel corso della conferenza stampa tenuta dopo il bilaterale con il ministro Luigi Di Maio, Cavusoglu si è detto certo dicendosi certo “delle buone intenzioni dell’Italia riguardo alla missione europea Irini”, che però “non è equilibrata”.

A suo dire, infatti, “la Francia partecipa a Irini e invia armi ad Haftar. Dalla Siria sono arrivati voli in Libia, e Irini ha fatto qualcosa? – ha detto il ministro – da Abu Dhabi arrivano voli con armi e milizie, cosa è stato fatto? E la Francia partecipa a Irini e invia armi ad Haftar via aerea”.

Di Maio, in tutta risposta, ha precisato che la missione europea Irini non è ancora a regime rispetto agli assetti navali, aerei e satellitari previsti dall’Unione europea per l’operazione volta a dare attuazione all’embargo Onu sulle armi in Libia.

Di Maio ha ribadito di ritenere “bilanciata” la missione, ricordando ancora l’impegno italiano a garantire una fregata e due velivoli.

Nei giorni scorsi, il capo della diplomazia Ue, Josep Borrell, ha sostenuto “l’assoluta neutralità” della missione, rispetto alle accuse di favorire Haftar rispetto al governo di accordo nazionale (Gna) di Tripoli, sostenuto da Anakra, ma ha ammesso la mancanza di risorse. Se la precedente missione Sophia “aveva cinque navi e diversi aerei, oggi Irini ha due navi e tre aerei: abbiamo bisogno di più mezzi”, ha detto Borrell.