ROMA – Dieci miliardi di euro, ovvero circa il 10% del Fondo sanitario nazionale: è la spesa complessiva annuale legata al diabete a carico del Servizio sanitario.
La stima arriva dall’ultima edizione del Rapporto Arno diabete, anticipato dalla Società italiana di diabetologia (Sid) alla vigilia della Giornata mondiale del diabete che si celebra oggi.
Questa cifra, rilevano gli esperti, rappresenta tuttavia un “dato virtuale, perché fa riferimento a tariffe (prezzi) più che costi effettivi che sono certamente superiori”. La composizione della spesa è da riferire per metà ai ricoveri e meno del 15% all’acquisto di farmaci e dispositivi diagnostico-terapeutici specifici per il diabete. In generale, la stragrande maggioranza della spesa è attribuibile alle complicanze. Le prescrizioni di farmaci per le persone con diabete sono infatti più del doppio rispetto alla popolazione senza diabete; anche le prestazioni ambulatoriali diagnostiche o terapeutiche sono del 50% superiori. Le persone con diabete vengono anche ricoverate il doppio rispetto ai non diabetici e la loro permanenza in ospedale durante un ricovero è più lunga.
Quanto ai farmaci usati per la terapia del diabete, emerge inoltre dal Rapporto, solo il 25% dei diabetici viene trattato con quelli più moderni, mentre una percentuale consistente di pazienti (circa il 30%) continua ad assumere farmaci come sulfaniluree e glinidi, categorie di farmaci attualmente considerate di terza-quarta linea dalle linee guida correnti. I nuovi farmaci, avvertono i diabetologi, “possono essere prescritti ancora solo dagli specialisti e questo impedisce l’accesso all’innovazione a quei pazienti che non afferiscono mai ai centri diabetologici”. Ma c’è di più: preoccupa il fatto che quasi un diabetico su 4 non faccia nel corso dell’anno nemmeno un esame del sangue per valutare parametri di laboratorio essenziali nel monitoraggio della malattia e che uno su tre non effettui alcuna visita specialistica.
Alla luce dei dati rilevati, la Sid ha promosso una serie di incontri nelle piazze e nei centri commerciali delle principali città con la misurazione della glicemia, dibattiti nelle scuole, manifestazioni per invitare all’attività fisica, illuminazione in blu dei principali monumenti delle città in collaborazione con le amministrazioni comunali. Il fil rouge è rappresentato dal tema ‘Diabete: proteggi la tua famiglia’, proprio per sottolineare il ruolo centrale che la famiglia ha nell’assistenza, e non solo, della persona con diabete. Un tema che la Sid ha fatto proprio attraverso dei consigli pratici per la prevenzione: lo scorso anno con le istruzioni per l’uso dell’attività fisica e quest’anno con una serie di indicazioni su come mangiare in modo sano senza rinunciare al gusto. Il tema di quest’anno, rileva il presidente Sid Francesco Purrello, “è l’importanza che può avere la famiglia rispetto alla comparsa e alla gestione della malattia. La Sid ha deciso di mettere a fuoco in particolare il ruolo della famiglia nelle scelte alimentari.
Soprattutto nel caso del diabete, si può dire che la salute inizia a tavola, visto lo stretto legame tra quantità, composizione della dieta e comparsa del diabete tipo 2, molto spesso dovuto proprio ad errori nell’alimentazione”. Secondo l’International Diabetes Federation, sono 425 milioni le persone che vivono oggi con il diabete. Un numero che potrebbe arrivare a 629 milioni entro il 2045. Eppure, con poche semplici azioni si riuscirebbe ad abbattere il rischio diabete ed a prevenire oltre il 50% dei casi di diabete di tipo 2. Attività fisica e dieta, affermano i diabetologi, “sono i due cardini della prevenzione: per questo è importante continuare a parlarne, soprattutto alle famiglie, vera culla della prevenzione”.
Il 70% delle morti premature, infatti, “è in gran parte legato ad un errato stile di vita – concludono gli esperti – dagli anni dell’adolescenza in poi”.