Bellezza

La storia d’Italia è a “portata di click”

L’Archivio Centrale dello Stato semplifica e amplia l’accesso al patrimonio della sua straordinaria collezione, dall’Unità d’Italia agli anni 2000, con la Digital library, la piattaforma per la consultazione online della documentazione digitalizzata conservata dall’Istituto. Sono disponibili per la ricerca a distanza centinaia di inventari della Sala studio, sfogliabili e ricercabili parola per parola, con centinaia di migliaia di pagine che possono essere lette da remoto.

Lanciata nel luglio 2022, con la pubblicazione delle due piattaforme tecadigitaleacs.cultura.gov.it e patrimonioacs.cultura.gov.it, la teca ha già reso disponibile al pubblico 600 inventari digitalizzati, 279 banche dati archivistiche, 28 TB di immagini digitali, per un totale di 13.220.870 immagini.

Entro la fine del 2022 si pubblicheranno ulteriori 600 inventari digitalizzati, 400 banche dati archivistiche, al momento in corso di migrazione, circa 5 TB di immagini di ulteriori recenti progetti di digitalizzazione.

Nel 2023 si raggiungerà la piena interoperabilità con la sala studio virtuale, si migreranno le restanti circa 200 banche dati in vari formati ancora non migrate e si renderanno disponibili gli ulteriori progetti di digitalizzazione, stimati in una media di circa 50 TB all’anno.

La Digital library inaugura l’era digitale dell’Archivio Centrale dello Stato, potenziando il servizio al pubblico e l’accesso alle fonti – spiega il direttore generale e sovrintendente Andrea De Pasquale -. Le piattaforme permettono la consultazione di migliaia di inventari e documenti digitalizzati, e grazie ad un’integrazione con il nuovo sistema informativo automatizzato della sala di studio, consente la prenotazione del materiale archivistico direttamente da remoto, con il pc o con lo smartphone”.

Attraverso la scelta di un argomento, di un fondo, di un soggetto produttore o di un periodo storico, si accede a contenuti liberamente visualizzabili, scaricabili e riutilizzabili per fini di studio e ricerca. Inoltre, mediante l’iscrizione alla piattaforma, è possibile salvare il proprio percorso di ricerca su liste personalizzate visibili solo dall’autore.

La Digital library è poi collegata al sistema informativo archivistico e alla guida ai fondi, il che consente di conoscere l’intero patrimonio conservato (anche non digitalizzato), fornendo tutti gli elementi di contesto.

La Digital library si arricchirà progressivamente di nuovi contenuti digitali, come le immagini dell’Allied Control Commission (Acc) e le immagini della Raccolta ufficiale delle Leggi e dei decreti dello Stato dal 1861 al 1932 (attualmente pubblicata solo sul sito del Senato).

Entro la fine del 2022 verranno pubblicati online i documenti provenienti da alcuni progetti in corso, come le 10.000 sentenze dei Tribunali militari territoriali di guerra della Prima guerra mondiale e gli 85 registri degli Internati militari italiani (Imi) relativi al 1945 versati dal Ministero della Difesa. Saranno inoltre rese disponibili le digitalizzazioni di altri importanti progetti, tra i quali gli Archivi dell’Istituto per la ricostruzione industriale (Iri), le carte del Ministero dell’Interno, categoria A5G – Prima guerra mondiale, i marchi e modelli dell’Ufficio italiano brevetti e marchi, la documentazione della Mostra della rivoluzione fascista, le serie fotografiche di archivi di personalità della politica, della cultura, dell’architettura e dell’arte tra cui Ugo Brusati, Osvaldo Civirani, Maria Elisabetta Chambers, Ettore Ferrari, Giuseppe Emanuele Modigliani, Riccardo Morandi, Luigi Moretti e molti altri.

La Digital library, sottolinea il sovrintendente De Pasquale “rappresenta un importante avanzamento verso la piena accessibilità della documentazione e, integrandosi con il sistema automatizzato della sala di studio e con il nuovo sito web dell’Archivio Centrale dello Stato, potenzia il servizio al pubblico e garantisce una maggiore consultabilità delle fonti”.

L’Archivio Centrale dello Stato

L’origine dell’Archivio Centrale dello Stato risale al 1875 quando, con il Regio Decreto del 25 maggio n. 2552, fu istituito l’Archivio del Regno con la finalità di conservare, oltre agli originali delle leggi e decreti, allo stato civile di Casa Savoia e al registro araldico, anche gli atti dei dicasteri centrali non più occorrenti “ai bisogni ordinari del servizio”.

L’Archivio centrale dello Stato è tra i più grandi archivi del mondo ed è il depositario della memoria documentaria dello Stato a partire dall’Unità d’Italia. Attualmente la documentazione conservata presso l’Istituto ha una consistenza di circa 160 chilometri lineari.

A partire dalla Costituzione, atto fondante della Repubblica di cui è conservato uno dei tre originali, l’Istituto conserva gli atti prodotti dagli organi legislativi, giudiziari e amministrativi dello Stato centrale, in particolare dei ministeri e della Presidenza del Consiglio. A questi si aggiungono circa 50 archivi di enti pubblici e privati di rilievo nazionale, come quelli dell’Opera Nazionale Combattenti (Onc), dell’Ente Autonomo per l’Esposizione Universale di Roma del 1942 (E-42), del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), della Società generale immobiliare (Sgis) e dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale (Iri).

Estremamente interessanti anche i circa 250 archivi personali di esponenti della politica (tra cui Agostino Depretis, Francesco Crispi, Giovanni Giolitti, Vittorio Emanuele Orlando, Ferruccio Parri, Ugo La Malfa, Pietro Nenni) e della cultura, in particolare di architetti, (come Luigi Moretti, Mario Paniconi, Giulio Pediconi, Riccardo Morandi, Plinio Marconi, Gaetano Minnucci, Giuliana Genta). L’Istituto conserva inoltre un ricchissimo patrimonio fotografico e un nucleo consistente di archivi su supporto non cartaceo: la documentazione della Commissione Alleata di Controllo e del Governo Militare Alleato, su microfilm; quella dell’Internazionale Comunista, su cd-rom, la Collezione italiana delle interviste della University of Southern California Shoah Foundation Institute for Visual History and Education, in dvd e video-cassette, i filmati dell’United States Information Service (Usis).

Nel corso degli anni l’Istituto ha acquisito i versamenti della Direttiva Prodi (2008) relativa al rapimento e all’uccisione di Aldo Moro, della Direttiva Renzi (2014) sulle stragi da Piazza Fontana al rapido 904 e della Direttiva Draghi (2021) su Organizzazione Gladio e Loggia P2.

“Per la ricchezza della documentazione conservata, l’Archivio Centrale dello Stato rappresenta un luogo indispensabile per ogni tipo di ricerca, tanto storiografica quanto personale, genealogica, giuridico-amministrativa”, conclude il direttore generale Andrea De Pasquale.