PALERMO – Nel mondo della scuola bisogna sempre lavorare guardando oltre il prossimo anno scolastico. E adesso, che ormai mancano pochi giorni all’avvio delle attività per l’anno 2022/2023, è stato pubblicato il decreto assessoriale con l’indicazione dei criteri a cui dovranno attenersi le conferenze provinciali nella predisposizione della proposta di ciascun Piano di dimensionamento e razionalizzazione provinciale della rete scolastica di ogni ordine e grado, per l’anno scolastico 2023-2024.
Innanzitutto, non si procederà ad aggregazioni forzate, come la fusione tra settori diversi, e sarà assicurato l’equilibrio fra i settori degli istituti comprensivi. Inoltre, la pianificazione di eventuali ipotesi di dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica terrà conto di una stabilità tendenzialmente quinquennale. Come linea generale, non saranno autorizzati istituti omnicomprensivi, salvo che, nelle isole minori, nei comuni con una popolazione inferiore a 5 mila abitanti e nei comuni montani e nelle aree interne che si trovino in condizione di particolare isolamento. Per razionalizzare il sistema, non saranno consentiti cambi di aggregazione che facciano ridurre il numero di alunni delle istituzioni scolastiche al di sotto dei parametri previsti dalla normativa vigente, e si eviteranno modifiche all’assetto istituzionale che comportino soltanto un semplice riequilibrio numerico, senza necessità funzionale. In questa direzione, si eviterà la riorganizzazione di istituzioni scolastiche che sono state oggetto di dimensionamento o razionalizzazione negli ultimi tre anni, salvo casi debitamente motivati perché non funzionali. In generale, sarà privilegiata la costituzione di istituti comprensivi di scuola materna, elementare e media, con progressivo decremento delle direzioni didattiche esistenti.
La nuova configurazione servirà a creare le condizioni per un’offerta formativa equilibrata nel territorio, evitando sovrapposizioni di settori e indirizzi. Nel piano di dimensionamento provinciale, per acquisire o mantenere la personalità giuridica, le istituzioni scolastiche devono avere una popolazione stabile per un quinquennio compresa tra i 500 e 900 alunni. Nelle isole minori, nei comuni montani, nonché nelle aree geografiche contraddistinte da specificità etniche o linguistiche gli indici di riferimento possono essere ridotti fino a 300 alunni per gli istituti comprensivi o per gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado che comprendono corsi o sezioni di diverso ordine o tipo. La costituzione di istituti di diverso ordine e tipo va realizzata nei casi in cui sia opportuno garantire la permanenza della sede dell’istituzione scolastica nell’ambito territoriale di riferimento, mantenendone di norma l’autonomia e la personalità giuridica.
Le Istituzioni scolastiche che costituiscono la rete scolastica regionale a seguito dell’adozione del Piano di dimensionamento regionale dovranno risultare, nel tempo, centri dotati di oggettiva capacità di interlocuzione nei contesti territoriali in cui operano, garantendosi alle stesse stabilità nel tempo e concreta disponibilità di locali idonei alla tipologia dell’istituzione scolastica e al numero di alunni. Si dovrà tenere conto, all’interno dell’ambito territoriale scolastico provinciale, delle condizioni socio economiche del territorio, dei collegamenti esistenti tra i vari centri, nonché delle affinità culturali e delle tradizioni locali.