Salute

Diossina a Palermo, Medici per l’ambiente: “Stare a casa unica soluzione”

Non si abbassano i livelli di diossina nell’aria, a Palermo, dopo l’incendio scoppiato il 24 luglio scorso nella discarica di Bellolampo. Un rapporto dell’Arpa Sicilia (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) stima che in alcune zone della città il dato superi di 35 volte il livello massimo consentito. “L’unica soluzione, in questi casi, è evitare di esporsi alla sostanza, soprattutto nella fase acuta”, spiega all’AdnKronos Giovanni Ghirga, medico del Comitato Scientifico Isde Italia-Medici per l’Ambiente.

“Nella fase acuta – prosegue l’esperto – la sostanza rimane nell’aria causando problemi se ci si espone ad essa, nella fase di intossicazione cronica, invece, la diossina viene trasportata nell’aria legandosi a delle polveri, venendo spostata anche a distanza notevole. Questo significa che tutti i territori intorno devono essere controllati, perché ogni coltivazione è a rischio; e non solo: tutti gli animali che mangiano quei cereali, quelle verdure saranno poi intossicati”.

Diossina a Palermo, come arginare la situazione

L’unico modo per essere al sicuro, almeno nella fase acuta, è dunque quello di evitare l’esposizione alla sostanza. Soluzione non sempre facilmente attuabile, soprattutto d’estate. “Mi rendo conto, con queste alte temperature, che per non uscire di casa per una settimana bisognerebbe disporre di un condizionatore in ogni abitazione, nonché della disponibilità economica per tenerlo acceso 24 ore al giorno. Molte persone non si trovano in questa condizione e quindi decidono di uscire di casa, nonostante le nostre raccomandazioni. Come al solito, dunque, si creano delle disparità e a rimetterci sono sempre le persone meno abbienti”.

Il problema, secondo Ghirga, andrebbe risolto alla base. “La soluzione c’è ed è la prevenzione. L’unico modo per evitare che si ripresentino situazioni come quella che sta vivendo Palermo in questi giorni è agire preventivamente per mettere in sicurezza certi impianti. A posteriori l’unica cosa che si può fare è lanciare l’allarme e tenere aggiornati i cittadini sulle condizioni meteorologiche, che permettono di monitorare il problema e capire quanto resterà nell’aria la diossina (forti piogge scaricheranno la sostanza più velocemente, con il vento si diffonderà a livelli più bassi ma in modo più esteso). Insomma, c’è bisogno di una risposta forte da parte del Governo, un piano di prevenzione per mettere in sicurezza determinate aree a rischio e non creare danni alla popolazione”, conclude Ghirga.