Inchiesta

I dirigenti della Regione siciliana e la farsa degli obiettivi raggiunti. Naturalmente solo sulla carta

Nonostante quella siciliana sia tra le macchine burocratiche più “scassate” d’Italia e d’Europa, i nostri dirigenti regionali continuano a percepire consistenti premi. Nell’esercizio finanziario 2020 sono 7,5, infatti, i milioni stanziati per le indennità di risultato del 2019. Tanto quanto l’anno precedente, quando in bilancio furono 7,6 i milioni destinati alle indennità di risultato per i 1.320 burocrati in pianta organica al 31 dicembre 2018.

L’ultima Relazione sulla Performance disponibile sul sito della Regione, relativa al 2018, elenca una serie di obiettivi strategici con le relative percentuali di realizzazione, che nella stragrande maggioranza dei casi risultano completati. A titolo esemplificativo abbiamo analizzato alcuni tra gli obiettivi riportati nel citato documento – validato per altro dall’Organismo Indipendente di Valutazione – e abbiamo cercato conferme nella realtà degli eccellenti risultati. Conferme che – dati alla mano – restano a tre cifre solo sulla carta.

Ottimizzazione delle procedure di accertamento e di riscossione delle entrate: raggiunto al 100%
Peccato che la Cgia di Mestre abbia calcolato che per ogni 100 euro incassati nell’Isola, 22,3 vanno ad accrescere il bacino dell’economia non osservata. Per un totale di 8,2 miliardi. Limitandoci solo all’Iva, secondo uno studio realizzato da Confapi Padova, ammonta a 3,3 miliardi di euro la stima di evasione. Tanto quanto l’intero stato del Belgio, per intenderci.

Prevenzione della emarginazione sociale e lotta alla povertà: raggiunto al 100%
Eppure la Sicilia si continua a confermare una delle Regioni con la più alta quota di famiglie in condizioni di povertà o esclusione sociale. Secondo i dati contenuti all’interno del rapporto Sustainable development goals (Sdgs – Obiettivi di sviluppo sostenibile), pubblicato dall’Istat nell’Isola tale incidenza è il 51,6%, circa il doppio rispetto a quella rilevata mediamente a livello nazionale (27,3%) ed addirittura superiore anche rispetto alla media del Mezzogiorno (45%).

Ridurre la mobilità passiva verso le strutture sanitarie del Nord, migliorando la qualità dei servizi offerti dalle strutture esistenti e favorire un adeguato accesso in termini di diagnosi e cura tempi celeri e sicuri ai pazienti: raggiunto al 100%
Peccato che la scarsa attrattività dell’Isola abbia generato un negativo pari a 229 milioni di euro, confermando anche nel 2018 un indice di fuga tra i più alti d’Italia. A rilevarlo il rapporto della Fondazione Gimbe.

Adozione di adeguati strumenti di sostegno alle piccole e medie imprese e di incentivazione alle produzioni innovative: raggiunto all’80%
Non sembra pensarla così il presidente regionale degli imprenditori under 40, Gero La Rocca: “La crisi causata dal Covid ha messo ancor più in evidenza l’urgenza di alcune ‘trasformazioni’ non più rinviabili, a partire da quel modello di Sicilia che finora ha dato risultati evidentemente fallimentari e che richiede interventi decisi in particolare su quattro cardini: burocrazia, digitalizzazione, investimenti, infrastrutture”.

Amalia Panebianco (Oiv): “Abbiamo già individuato i punti dolenti e suggerito vie di miglioramento e di azione”

Presidente, obiettivi raggiunti oppure no?
“Per comprendere meglio la Relazione vanno approfonditi gli obiettivi operativi coi quali sia stato declinato l’obiettivo strategico. L’obiettivo dell’ottimizzazione delle procedure di accertamento e di riscossione delle entrate, ad esempio, viene sviluppato da un solo obiettivo che parla di ‘elaborazione degli atti propedeutici alla stipula della convenzione in materia di gestione della tassa automobilistica’. La misurazione di questo obiettivo è stata operata per il 2018 solo con questo obiettivo operativo e la relazione contiene i risultati dichiarati dall’amministrazione, tant’è che nella stessa relazione viene specificato che essa non incide sulla valutazione che viene fatta dagli organismi preposti. La stessa cosa vale per il suo secondo esempio: l’obiettivo strategico si riferisce alla mobilità passiva extraregionale ma l’obiettivo operativo che la esprime e sul quale quindi viene effettuata la misurazione riguarda il settore dell’ortopedia. Un primo aspetto – cioè quello di misurare la performance organizzativa, che è data dalle priorità politiche declinate negli obiettivi strategici, allora volta declinati in obiettivi operativi – è quello di rendere gli obiettivi più significativi. L’efficacia strategica dell’Ente si dovrebbe misurare, oltre che con l’efficacia operativa vera e propria, anche attraverso indicatori di impatto, puntando quindi alla qualità percepita oltre che su quella erogata. La Relazione della Performance 2018 è una dichiarazione che attiene ad un momento in cui il sistema di valutazione non era stato ancora adottato. Il lungo e lento percorso nell’adeguare e nel consolidare il sito di gestione della performance è ancora in divenire. Non si è completato in primo luogo perché c’è un ritardo nelle tempistiche di adozione dei documenti di programmazione e in secondo luogo perché il sistema di valutazione, nella cornice entro il quale tutto deve funzionare, è stato adottato nel marzo del 2019. Quindi nel 2019 la situazione dovrebbe essere già migliorata, tenuto conto che si tratterà della sua prima applicazione e che l’Oiv – che dà un parere vincolante al sistema di misurazione e valutazione perché svolgiamo una funzione di presidio – ha già fornito, sin dalla prima proposta di sistema, delle raccomandazioni che ancora devono essere attuate”.

Può farci un esempio di raccomandazione che avete proposto?
“Sin dalla relazione sul funzionamento complessivo del sistema di valutazione e trasparenza e integrità dei controlli interni relativo all’anno 2018 – quella del 2019 è stata adottata e a giorni sarà pubblicata – abbiamo individuato dei punti dolenti che non solo abbiamo specificato ma per i quali abbiamo suggerito le vie di miglioramento e di azione. In primo luogo serve basarsi su indicatori di misurazione coerenti. Su questo fronte abbiamo consigliato di non fare troppi indicatori che contemplino come risultato il sì e il no ma di quantificarli. Un’altra problematica – peraltro comune a tutte le amministrazioni pubbliche – è quella dell’attribuzione di punteggi alti, che è data dalla carenza della programmazione perché se si inseriscono obiettivi raggiungibilissimi che non tendono al valore pubblico inteso come impatto sull’utente e sono solo degli adempimenti, si dà il 100% su quello obiettivo ma l’azione che lo caratterizza potrebbe non essere significativa. Tant’è che l’obiettivo cui faceva riferimento poc’anzi – e cioè quello sulla riscossione delle entrate, che è un obiettivo strategico importante – è stato declinato nel 2018 sulla sola attuazione delle concessioni delle tasse automobilistiche. Devo dire che già dalla direttiva di indirizzo presidenziale è stata accolta la nostra proposta di adottare indicatori specifici, rendendosi conto che se manca l’informatizzazione, se l’agenda digitale non è ancora completata, se quindi non si sviluppano tutte le infrastrutture necessarie, il percorso è lungo. Ciò non toglie che, col sistema di misurazione e valutazione che avrà la sua prima applicazione nel 2019 e che ancora deve essere perfezionato, con le raccomandazioni che abbiamo già rivolto, dal 2021 probabilmente si potranno effettivamente constatare dei miglioramenti, seppur piccoli. Lo spero come cittadina in primis”.

Paolo Montera, segretario regionale Cisl Fp Sicilia: “Occorre passare dalla logica del mero adempimento a quella del risultato”

Segretario Montera, alla luce dei numeri, com’è possibile che risultino raggiunti gli obiettivi?
“I sistemi di misurazione impiegati dalla Regione siciliana per la valutazione della performance differiscono dai metodi di raccolta dati e verifica utilizzati da altri autorevoli enti o istituti, come la Cgia di Mestre o Gimbe. Questo potrebbe rendere non immediata la comparazione. Certo, il confronto tra i due dati accende un riflettore su una questione sui cui noi pressiamo da tempo: in Sicilia serve un cambiamento culturale radicale, per passare dalla logica del mero adempimento amministrativo alla logica del risultato. Ma per raggiungere un traguardo così ambizioso bisogna intervenire intanto sulle questioni più urgenti, dal rinnovo dei contratti scaduti (anche quello dei dirigenti regionali, per l’appunto, da più di 15 anni) alla riqualificazione di tutto il personale dipendente, per arrivare alla riforma tanto attesa della pubblica amministrazione regionale. Su tutti questi temi stiamo lavorando costantemente con il governo regionale, consci della necessità di potenziare la nostra pubblica amministrazione per offrire servizi più qualificati ai cittadini e per rilanciare l’economia della nostra Regione”.