Pezzi di Pizzo

Il disagio giovanile è peggio del Covid

La quantità e qualità del disagio giovanile sta crescendo più del Covid-19 in Italia. È notizia dell’altro ieri quella di un suicidio da parte di uno studente universitario. I suicidi o i tentativi tra la popolazione studentesca sono in forte aumento, come lo sono le richieste di assistenza psicologica alle Asp.

Si parla di una cifra superiore al 30%, e queste sono le cifre rendicontate, poi c’è il sommerso di chi si rivolge a uno psicoterapeuta privato, per privacy o perché non si fida del servizio pubblico, che comunque ha poche ed estemporanee risorse. Non c’è una specializzazione ed uniformità di trattamenti. Non ci sono unità operative dedicate al disagio giovanile, luoghi ad hoc. In Sicilia sul progetto obbiettivo nazionale riguardante questa problematica importante si è attivata solo l’Asp di Palermo.

I numeri sono esponenziali e sono solo la punta dell’iceberg. Ci vogliono investimenti ingenti in cure e percorsi per i caregiver, ci vogliono concorsi urgenti per psichiatri e psicologi. Nelle more bisogna allargare le maglie del convenzionamento esterno agli operatori privati, lasciando libertà di cura.

La pandemia ha fatto parecchio danno ai ragazzi, ma il disagio parte da lontano. È un disagio sociale su dei modelli che ti valutano per quel che fai, per le performance che raggiungi, e non per quel che sei o vuoi essere. Le insicurezze sono dilaganti su un futuro in cui sono saltati schemi spazio-tempo, qualunque competenza ha tempi di obsolescenza galoppanti, rispetto alle generazioni precedenti. La vita assume contorni sempre più precari e da giungla della sopravvivenza. Le generazioni uscite dal dopoguerra avevano pace e diritti crescenti, prosperità economica e stabilità. Questi ragazzi non sanno dove vivere, come vivere e perché. La crisi è inevitabile e i sintomi come depressione o iper-agressività, dipendenze da alcool o sostanze, sindrome da Hikikomori o fughe in mondi paralleli, alla Strange Things, sono costanti.

Non saremmo il paese a più alto numero di Neet, non studenti e non lavoranti, in Europa. Il Covid colpendo maggiormente gli anziani ci toglieva una cosa importante. La memoria. Questa pandemia del disagio giovanile ci può inficiare una cosa fondamentale. Il Futuro.

Così è se vi pare.