A distanza di otto anni dalla prima autorizzazione ambientale e dopo che nel recente passato già una volta si era registrata la cancellazione dell’impegno di spesa, la Regione ci riprova a realizzare la quinta vasca della discarica di Sciacca e, contestualmente, l‘impianto di trattamento meccanico-biologico.
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Con un decreto del dirigente generale Arturo Vallone, il dipartimento Rifiuti ha varato, mercoledì scorso, il trasferimento dei fondi alla Srr Agrigento Provincia Ovest. Alla società d’ambito toccherà adesso riuscire in ciò che finora non è si è stati capaci di fare: aggiudicare i lavori per la realizzazione delle due opere. Rispetto ai provvedimenti del passato una novità c’è: i costi risultano lievitati.
Il progetto di costruire un Tmb nella discarica di Sciacca e affiancarlo a una nuova vasca dove smaltire i rifiuti non è recente. Già nel 2015 la Regione aveva dato l’ok alla valutazione degli impatti ambientali. All’epoca l’iniziativa era stata approvata anche nella consapevolezza che la Sicilia andava, anno dopo anno, verso una saturazione delle discariche autorizzate. Lo spettro per il governo e i sindaci dell’isola era quello di ritrovarsi un giorno a non sapere dove depositare i rifiuti.
Quasi un decennio dopo, quello scenario rappresenta la quotidianità. Le periodiche spedizioni di decine di migliaia di rifiuti all’estero sono la normalità di un sistema che normale non è mai stato. Un sistema che, ancora oggi, è lontano dall’autosufficienza, con la conseguenza di dover affrontare costi extra per chiedere aiuto fuori dai confini della Regione.
In tal senso la nuova vasca della discarica di Sciacca, il cui progetto a fine 2023 ha ottenuto dalla Regione la seconda proroga in materia di autorizzazioni ambientali, potrà dare un contributo allo smaltimento dei rifiuti indifferenziati prodotti in provincia di Agrigento e non solo. Ma rappresenta anche la conferma di come la transizione verso i termovalorizzatori promessa dal governo Schifani sarà meno veloce di quello che i sostenitori della giunta sperano.
All’origine dell’esigenza di riprogrammare le risorse per la costruzione della vasca e del Tmb nella discarica di Sciacca c’è stata l’incapacità a più livelli di riuscire a completare le opere entro i termini che erano stati previsti dal Piano di azione e coesione 2014-2020.
Era dicembre del 2022 quando gli uffici del dipartimento Programmazione della Regione ricevettero l’elenco degli interventi per i quali non era presumibile, entro la fine dell’anno, avere un’obbligazione giuridicamente vincolante. In termini più semplici, si ammetteva che entro il 2022 la gara per l’affidamento della progettazione e dei lavori non avrebbe visto la luce. Una condizione che di fatto ha portato all’azzeramento del finanziamento da quasi 25 milioni che era stato precedentemente assegnato con i fondi del Patto per il Sud.
Meno di due anni dopo, ecco il nuovo tentativo. A gennaio, la giunta Schifani ha deliberato di approvare il rinnovo dei fondi proposto dal dipartimento della Programmazione. Ed è sulla base di questa decisione che, nei giorni scorsi, il dirigente generale Vallone ha firmato il decreto di impegno delle risorse. Il provvedimento prevede il trasferimento delle somme in tre tranche, ripartite negli esercizi finanziari 2024, 2025 e 2026. Impone un nuovo cronoprogramma da rispettare per la discarica di Sciacca, pena il rischio di ritrovarsi ancora costretti a congelare il finanziamento.
Confrontando il vecchio quadro economico approvato qualche anno fa con il nuovo emerge un sostanziale aumento degli investimenti. Mentre in origine l’importo complessivo previsto per le due opere era stato quantificato in 24 milioni e 950mila euro, adesso la somma richiesta dalla Srr Agrigento Provincia Ovest alla Regione è stata di 33.693.656,68 euro. Di questi oltre 25,5 saranno destinati all’esecuzione dei lavori.
Immagine di repertorio