Una rovinosa discesa, quella che tra 2022 e 2023, è stata registrata per l’export siciliano. Importanti fette di mercato sono andate perse, e il recupero non sarà semplice.
Secondo i dati forniti dall’Istat a perdere, e tanto, sono stati principalmente il settore manifatturiero, la produzione di autoveicoli e i prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere.
Le percentuali sono tutte a doppia cifra: per quanto riguarda cave e miniere, categoria che comprende il carbone, il petrolio greggio e il gas naturale, i minerali metalliferi e non, la riduzione si attesta al -17,9% in appena 12 mesi. Una perdita consistente, e ben più alta dell’andamento nazionale, che si ferma al -11,1%.
Stessa percentuale in negativo è stata registrata per il settore manifatturiero, che abbraccia un’ampia quantità di prodotti. E se perdite importanti hanno registrato i prodotti petroliferi raffinati e quelli chimici, non solo a quelli è da imputare il cattivo andamento dell’intera categoria di attività produttive. In perdita, infatti, i prodotti alimentari, le bevande e il tabacco, al -5,4%.
Il dato sull’export siciliano è ancora più preoccupante se si confronta con quello nazionale, che invece sale del 5,8%. In Sicilia, ad esempio, a perdere è il settore dei vini e liquori della Sicilia occidentale, al -5,9% a causa delle riduzioni delle esportazioni verso Canada, Regno Unito, Germania e Svizzera Ortofrutta di Catania. Va in positivo, invece, l’agricoltura della Sicilia sud-orientale, grazie all’aumento delle vendite verso tutti i principali mercati di sbocco, tra cui la Germania.
Stesso andamento contrario a quanto succede nel resto d’Italia si registra per i prodotti tessili, le cui esportazioni scendono del 9,8%, mentre a livello nazionale rimangono sostanzialmente stazionarie. Ancora più nello specifico, perdono il 16,7% gli articoli in pelle e l’11,9% l’abbigliamento, al contrario di quanto succede nel resto della penisola, dove le esportazioni crescono del 2%. Altro settore che segna una riduzione sostanziosa delle esportazioni è quello relativo ai mezzi di trasporto, che comprende autoveicoli, rimorchi e semirimorchi. In questo caso la perdita arriva addirittura al 37,6%, contro una crescita del 10,5% italiana; la discesa si riduce al 28,3% nel caso dei soli autoveicoli, contro una crescita di ben il 20,8% in tutto il Paese.
Un vero peccato, considerato che il 2022 si era chiuso con 16,6 miliardi di euro di export, che avevano portato la Sicilia in alto tra le regioni del Mezzogiorno per i risultati raggiunti. Un risultato stupefacente, considerato che dal 2015 le esportazioni avevano portato a un risultato di circa 9 miliardi l’anno. In un solo anno, quindi, sebbene non sia stato perso quanto guadagnato, è stata data sicuramente una netta ridimensionata. D’altra parte, sono diversi i settori le cui esportazioni stanno continuando a crescere nonostante tutto. Crescono dell’84% gli apparecchi elettrici, che nel resto d’Italia si fermano ad un ben più ridotto 3%, e del 34,3% i prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti e risanamento, che si riducono, invece, del 3% nelle altre regioni. Rispetto a quanto succede nella penisola, dove la decrescita è del 14,4%, crescono del 4,9% le esportazioni della carta e dei prodotti di carta e della stampa. Crescono anche le esportazioni del legno e dei prodotti in legno, paglia e sughero, esclusi i mobili, per una percentuale del 2%, mentre nel Paese diminuiscono dell’8,4%.
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