Bambini e adulti affetti da dislessia sarebbero poco capaci di sfruttare regolarità temporali per predire uno stimolo. Il dato emerge dallo studio “Timing anticipation in adults and children with Developmental Dyslexia: evidence of an inefficient mechanism” pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” e condotto dalla dElena Pagliarini dell’Università di Padova in collaborazione con i docenti Maria Teresa Guasti e Natale Stucchi dell’Università Milano-Bicocca.
La dislessia evolutiva è un disturbo specifico dell’apprendimento caratterizzato dalla difficoltà nel leggere accuratamente e fluentemente. Secondo una delle teorie più consolidate la dislessia evolutiva è causata da un deficit nella rappresentazione, elaborazione, manipolazione e integrazione rapida dei suoni linguistici, competenze fondamentali alla base dell’apprendimento della letto-scrittura.
Tuttavia, studi recenti hanno dimostrato che oltre ad avere difficoltà nella lettura e nella manipolazione di suoni linguistici, le difficoltà esperite dai soggetti con dislessia si estendono al linguaggio (morfosintassi e sintassi), al controllo motorio, alla scrittura, alla motricità fine, alla percezione ritmica e musicale, attività accumunate dall’avere una struttura in cui ciascun elemento che ne fa parte è contestualmente interdipendente dagli altri elementi. Questo tipo di struttura gerarchica permette agli esseri umani di estrarre delle rappresentazioni astratte di un evento (linguistico o motorio) e di sfruttare queste rappresentazioni per predire e quindi anticipare eventi futuri.
“Il nostro studio era volto a testare l’abilità di sfruttare questo tipo di struttura per anticipare in adulti e bambini con dislessia e come questa fosse correlata alle abilità di lettura” ha spiegato Elena Pagliarini, autrice dello studio e docente al Dipartimento di Studi Letterari e Linguistici. “Per quanto riguarda la lettura, l’abilità anticipatoria è fondamentale, in quanto un lettore efficiente e veloce è in grado di fissare almeno dieci lettere più in avanti rispetto alla parola che sta leggendo e quindi di anticipare la parola successiva” ha concluso.