Le vicende di questi giorni non hanno aggiunto niente di nuovo a quanto si sapeva già riguardo ai lavoratori/trici che vengono sfruttati/e nel settore agricolo per la coltura e la raccolta dei prodotti.
Le inchieste giornalistiche hanno messo in evidenza un verminaio che è indecente, per non definirlo in altro modo più grave. È quindi ormai noto come quelle povere persone rimangano a lavorare sui campi con il sole e con la pioggia, per un tempo troppo lungo e una paga con cifre orarie molto basse, nell’ordine di quattro/cinque euro l’ora.
Perché questo fenomeno si verifica? La risposta è univoca: mancano i controlli. Successiva domanda: perché mancano i controlli? Perché la Pubblica amministrazione ha un corpo di ispettori ridotto rispetto al fabbisogno e gli stessi sono sottoposti a turni massacranti ed estremamente faticosi, in quanto debbono andare in giro per tutto il territorio nazionale – da Nord a Sud e da Est a Ovest – per controllare milioni di aziende, soprattutto quelle piccole e medie.
Il senso civico dovrebbe indurre gli imprenditori di tutte le dimensioni a pagare il giusto importo ai propri dipendenti e il giusto importo è quello previsto dai Contratti nazionali di lavoro, che per il novanta per cento prevedono paghe superiori o uguali a nove euro l’ora. Per cui, tutta la questione sottoposta in questi ultimi anni in relazione al salario minimo, di fatto, è inesistente. Tuttavia, esiste una fetta di circa il dieci per cento dei contratti stipulata da organizzazioni sindacali piccole e non rappresentative, che consentono paghe orarie più basse.
Perché si verifica quanto precede? Per una ragione elementare e lunga quanto la durata della Costituzione. Di che si tratta? Del fatto inoppugnabile che l’articolo 39 della nostra Magna Carta prevede che: “I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono […] stipulare contratti collettivi di lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle quali il contratto si riferisce”.
Se in questi settantasei anni i legislatori avessero provveduto ad approvare tale legge, cui i sindacati si sarebbero dovuti attenere, oggi la presenza di queste piccole organizzazioni non ci sarebbe e comunque non si verificherebbe il pagamento inferiore ai nove euro l’ora.
Dunque, vi è un’inadempienza delle istituzioni nazionali grossa quanto una casa, con la conseguenza delle inadempienze a valle. Sembra che neanche questo Governo si stia disponendo a colmare tale enorme lacuna e cioé, ripetiamo, l’approvazione della legge sulle organizzazioni sindacali in attuazione del citato articolo 39 della Costituzione.
Dobbiamo dare ragione al segretario della Cgil, Maurizio Landini, quando afferma che è una porcata lo sfruttamento dei braccianti, molti dei quali sono immigrati irregolari e che quindi non hanno la possibilità di reagire non avendo le carte in regola.
Ma non possiamo continuare a dargli ragione quando omette e fa finta di dimenticare che il suo sindacato, come tutti gli altri, non è altro che un’associazione privata, la quale è in condizione di impotenza di fronte alla possibilità di applicare i contratti di lavoro nei confronti di tutti i dipendenti.
La questione che riproponiamo da decenni non viene affrontata nella giusta maniera, con la conseguenza che continua a verificarsi questo fenomeno dannoso.
Per risolvere una questione strutturale ci sono le istituzioni: Governo e Parlamento. Ma non sembra che gli attuali responsabili abbiano in programma la materia che precede. Cosicché regna il caos più completo, che consente a tutti di lamentarsi, ma non di intravedere né supporre la possibile soluzione.
Intanto i braccianti continuano a essere sfruttati, le proteste si elevano al settimo cielo, le speculazioni conseguenti non si fermano e tutto procede con “regolarità”, cioè nel marasma.
Non si vede attualmente un cambiamento della situazione e non si capisce, mancando le forze di controllo in campo, come possa essere eliminato questo gravissimo comportamento inumano e antisociale.
Però, nelle more, si riempiono pagine di giornali, si animano discussioni televisive, si scrivono centinaia di righe sui siti e tutto si risolve in un grande teatro che non offre alcuna possibilità di normalizzare tutto quanto precede.