PALERMO – Condizionato dall’emergenza sanitaria, l’avvio dell’anno scolastico è stato contraddistinto da paure, prescrizioni, adattamenti, rimodulazioni didattiche, rinunce, sanificazioni e in qualche caso anche brevi o lunghe interruzioni, in presenza o a distanza.
Il ministero dell’Istruzione e le istituzioni scolastiche si sono ritrovati per mesi al centro del dibattito pubblico, dibattito condotto perlopiù in maniera emotiva e ideologica, e chi doveva essere tutelato in via prioritaria – gli insegnanti e gli studenti, e tra questi ultimi i più fragili – si è ritrovato spesso a dover sopportare il peso più gravoso dei provvedimenti attuati. Pensiamo ovviamente agli studenti disabili e alle loro famiglie, ma anche a tutte le scuole che operano in quartieri difficili, con un alto tasso di dispersione scolastica. Un problema che non sembra più all’ordine del giorno, nonostante tutti gli indicatori riportino dei dati a dir poco preoccupanti, peraltro in aumento in vista dell’emergenza economica e sociale causata dal virus.
Per supportare coloro che da anni si occupano di limitare l’estendersi di questi fenomeni e per immettere liquidità soprattutto dove l’emergenza è più concreta, l’agenzia per la Coesione territoriale ha pubblicato un bando per la presentazione di progetti per il contrasto alla povertà educativa, da attuare in luoghi circoscritti delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia caratterizzati da disagio socio-economico e difficoltà nell’accesso, nell’adeguata fruizione o nella permanenza in percorsi educativi di minori per motivi di contesto sociale, familiare e fragilità individuale.
L’avviso è rivolto ad enti del terzo settore che abbiano capacità in tale ambito di intervento sociale e siano radicati nella comunità di riferimento in cui gli interventi si realizzano. A tali enti viene richiesto di creare obbligatoriamente delle reti di partenariato formate da un minimo di tre soggetti (di cui almeno un altro operante nel terzo settore), che assumeranno un ruolo attivo nell’ideazione e nella realizzazione delle operazioni.
Quanto all’ambito di intervento, mantenendo come obiettivo la realizzazione di interventi socio-educativi rivolti a minori di età ed in particolare a quelli a rischio o in situazione di vulnerabilità (di tipo economico, sociale e culturale), o che vivono in aree e territori particolarmente specifici, il bando suddivide tre fasce in base all’età dei beneficiari: bambini di età compresa tra 0 e 6 anni; studenti dai 5 ai 14; ragazzi dagli 11 ai 17 anni. Per ognuna delle fasce l’avviso definisce nel dettaglio obiettivi ed elementi chiave dei progetti che dovranno essere sviluppati, i quali dovranno unire esigenze di natura strutturale e didattica ad altre di natura psicologica e sociale che interesseranno anche l’ambito familiare degli studenti.
Per tali progetti, che dovranno avere una durata minima di 24 mesi, l’agenzia per la Coesione territoriale ha messo sul piatto 16 milioni di euro, stabilendo che il contributo che potrà essere richiesto per ciascuna proposta dovrà essere compreso fra i 250.000 e i 500.000 euro e non potrà essere superiore al 95% del costo complessivo ammissibile del progetto. Almeno il 5%, dunque, dovrà essere a carico dei soggetti della rete di partenariato.
È già possibile presentare proposte. Sul portale “www.terzosettore.agenziacoesione.gov.it” è infatti immediatamente disponibile la modulistica, così come la procedura per l’inserimento digitale delle istanze. Ci sarà tempo fino al 12 gennaio 2021.