PALERMO – Nella sola Sicilia si trova, nel corso del 2018, circa il doppio delle famiglie dell’intero Nord che denuncia irregolarità nel servizio idrico. In valore assoluto si tratta di 600 mila unità familiari siciliane che hanno segnalato problemi con la distribuzione dell’acqua.
La rilevazione si trova all’interno dell’ultimo aggiornamento della Banca dati indicatori territoriali per le politiche di sviluppo redatto dall’Istat che contiene complessivamente 324 indicatori (268 + 56 di genere) disponibili a livello regionale e sub regionale, per macroarea e per le aree obiettivo dei diversi cicli delle politiche di sviluppo rilasciati nell’ambito della rete Sistan.
IRREGOLARITÀ NEL SERVIZIO IDRICO: SICILIA MAGLIA NERA
Ancora nel 2018, in tutta Italia, si registrano 2,6 milioni di famiglie che hanno segnalato un servizio idrico non all’altezza di un Paese moderno, perché interrotto e quindi non costante nel corso dell’anno. Un quarto di queste famiglie, circa il 23% del totale, cioè 600 mila famiglie, si trova in Sicilia. Ad esclusione del 2017, quando le famiglie isolane erano state 716 mila, si tratta del dato più elevato dal 2003, quando erano state 755 mila. Rispetto al 1995, anno di inizio della serie, la riduzione è stata di appena 130 mila famiglie.
I NUMERI DEL NORD
In Lombardia, dove si registra una popolazione complessiva pari al doppio di quella siciliana (circa 5 milioni contro 10), le famiglie che denunciano irregolarità sono appena 133 mila, un dato che risulta essere meno della metà di quello registrato nel 1995. In Piemonte le famiglie inserite nel conteggio sono appena 78 mila, in Veneto addirittura 58 mila. In tutta l’area settentrionale le famiglie che denunciano irregolarità sono state 364 mila, cioè poco più della metà di quanto registrato nella sola Sicilia.
LA PERDITA DI RETE
A contribuire a questi clamorosi buchi segnalati dalle famiglie isolane, contribuisce di certo una rete comunale vetusta che negli anni passati ha fatto registrare una dispersione pari al 50% tra acqua immessa e acqua effettivamente erogata. Uno spreco che la Regione sta provando a superare tramite diversi interventi finanziati dai fondi europei. Tuttavia per vederne concretamente gli effetti, visti anche i numeri del 2018, bisognerà attendere ancora qualche tempo.
ACQUA DEL RUBINETTO: I SICILIANI NON SI FIDANO
Sarà l’atavica diffidenza nei confronti nel settore pubblico o la poca fiducia nei confronti di un servizio che non è sempre all’altezza dell’esigenza che di fatto ha condotto molti meridionali, soprattutto siciliani, a non fidarsi dell’acqua di rubinetto. Nel 2016, secondo l’Istat, il dato nazionale ha toccato il 29,9% di cittadini che hanno scelto di non fidarsi della cosiddetta acqua del sindaco, mentre al sud questa percentuale decolla. In Sicilia tocca addirittura il 57%, ma ci sono regioni che riescono a fare addirittura peggio come la Sardegna (63%) e altre che si collocano a non molta distanza come la Calabria (35,1%).