Scuola

Disturbi specifici di Apprendimento, dalla diagnosi all’abilitazione

Si è svolto presso l’I.C “Grazia Deledda” di Catania, un importante convegno informativo dal titolo “DSA – Dall’informazione al contributo che tutti possiamo dare”, organizzato da Domenico Turillo e Gianluca Costanzo e moderato da. Giuseppe Finocchiaro.
Dopo i saluti della Dirigente scolastica, Antonia Grassi, ad aprire i lavori è stata la testimonianza della piccola Gaia che ha raccontato la propria esperienza di alunna con Disturbi Specifici di Apprendimento, dalle sue prime difficoltà alla diagnosi alla riabilitazione, fino all’approdo al doposcuola specialistico che le ha consentito di diventare autonoma nello studio e finalmente di affrontare gli impegni scolatici con serenità.

Simona Di Stefano, psicologa specializzata nella diagnosi e nella riabilitazione in Dsa, ha espresso la sua contrarietà verso l’acronimo Dsa in quantolascia intendere che i soggetti coinvolti abbiano delle difficoltà tout court ad apprendere. Invece essi hanno difficoltà soltanto se i contenuti dell’apprendimento vengono veicolati attraverso quelli che non sono i loro canali d’apprendimento privilegiati. Viceversa se gli insegnanti utilizzassero altri canali, quali l’uditivo o l’iconico o il cinestesico, i bambini e i ragazzini non avrebbero alcuna difficoltà ad apprendere, dato che il loro quoziente intellettivo è pari o spesso superiore alla norma.
La senatrice Tiziana Drago ha incentrato il suo intervento sul disegno di legge migliorativo della legge 170/2010 depositato in Parlamento, di cui è prima firmataria. Drago ha rimarcato come il mancato rispetto, da parte dei docenti, anche universitari, e dei dirigenti scolastici, delle linee guida della suddetta legge, ed in particolare del termine di deposito dei Piani di Studio Personalizzati per gli studenti con disturbi dell’apprendimento, costituisca un illecito disciplinare.

La docente Livia Giunta ha evidenziato la necessità della formazione per i docenti, che non può essere lasciata all’iniziativa spontanea del singolo ma deve essere obbligatoria per tutti. La formazione (di qualità) è indispensabile affinché non si verifichino più episodi purtroppo ancora frequenti, come per es. costringere gli alunni dislessici a leggere ad alta voce, pretendere una risposta immediata, assegnare voti inferiori per il solo fatto di aver usato misure dispensative o strumenti compensativi ecc.

Secondo Giulia Grillo, già ministro della Salute, sarebbe auspicabile una collaborazione fissa tra sanità e scuole che, anche se non si concretizzi esattamente nella vecchia figura del medico scolastico, in ogni caso sia una figura che non lasci soli insegnanti e famiglie.

La pedagogista Doriana Puglisi, infine, dopo la visione di un breve video tratto dal film “Il piccolo Nicholas e i suoi genitori” che spiega efficacemente cosa accade nella mente di un ragazzino con Dsa, ha parlato del ruolo del doposcuola specialistico, basato su una didattica metacognitiva, attraverso l’uso di tecnologie informatiche, al fine di sviluppare l’autonomia dello studente, con conseguente riuscita nei compiti scolastici ed aumento dell’autostima.