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“Divine Trame” è il nuovo lavoro editoriale della Fondazione Federico II

La storia emblematica ed affascinante della tessitura rivive attraverso l’arte dello stilista Elio Ferraro. “Divine Trame”, 174 pagine con dettagli in lamina d’oro sulla copertina e particolari in tessuto pregiati al suo interno, è il nuovo lavoro editoriale della Fondazione Federico II che racconta un’arte tessile delle civiltà mediorentali e bizantine e la storia di quello che fu il più antico e florido opificio, il Tiraz del Palazzo Reale di Palermo.

La presentazione del volume si terrà mercoledì 21 giugno alle 19 ai Giardini Reali di Palazzo Reale.

Ferraro, designer e creativo, figlio della poliedrica cultura siciliana arricchita da influenze internazionali, ricostruisce la magia del periodo normanno, nel tentativo di acquisire quel know-how che un tempo era prerogativa del Regno di Sicilia.

I suoi caftani sono delle vere opere d’arte, per la ricerca tessile storica e geografica arricchita da preziosi ricami manuali, lontani dalle logiche industriali e “seriali” dell’industria di moda dei giorni nostri, da cui Ferraro ha preso le distanze e ha scelto la sua Sicilia dopo alcune esperienze con prestigiose aziende tra New York, Parigi, Londra e Dubai.

Il volume presenta alcune inedite immagini in cui i caftani di Ferraro si integrano perfettamente con gli ambienti di Palazzo Reale e di altri luoghi della Sicilia.

Lo stilista, forte di un bagaglio culturale che proviene da varie aree geografiche del mondo soprattutto in Medio Oriente, ha perfezionato e adeguato ai nostri giorni la realizzazione di capi unici, senza tempo.

Una narrazione stilistica e sartoriale che rievoca i fasti ruggeriani e la sfarzosa corte cosmopolita cui approdarono i più importanti personaggi del tempo, una Gerusalemme in Sicilia, un luogo dove furono realizzate le più avveniristiche sperimentazioni nei più disparati ambiti.

Come scrive e racconta Cristina Giorgetti, storica del Costume all’Accademia di Belle Arti di Firenze “La Sicilia normanna apprese l’arte del ricamo dalle civiltà mediorientali e bizantine, attirando artisti dei fregi in fili preziosi, persone che riunite poi da Ruggero II, esaltarono queste abilità nel Tiràz o Ergasterium imperiale palermitano, come ricorda Paolo Peri”.

Elio Ferraro auspica con la sua arte tessile la rinascita delle antiche tradizioni presenti in Sicilia attestatasi nella sua piena maturità in fase normanna e riprese con grande interesse nell’ottocento, ma che oggi rischiano di essere dimenticate. Quell’arte decorativa che possiede un preciso senso dell’ordine evidente nella ripetitività modulare di motivi che rimandano a una catena di simboli e ideografie risalenti a ritroso persino ad ataviche forme di percezione del mondo, in un equilibrio ritmico che tutti noi percepiamo come bellezza.

Interpreti dell’arte del caftan nel volume, i ritratti di artisti, creativi, personaggi, uomini e donne che amano la Sicilia.

“Il Palazzo Reale di Palermo – afferma Gaetano Galvagno, Presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II – fu laboratorio di ricerca scientifico e letterario ma ha, soprattutto, vissuto un autentico momento di splendore grazie al Tiraz. La Sicilia è stata uno snodo cruciale per la lavorazione di pregiate materie prime, provenienti dagli scambi culturali tra i popoli del Mediterraneo e dal mondo bizantino. Oggi occorre tutelare ciò che rimane dell’arte tessile, raffinata sintesi culturale di contaminazioni internazionali, per tramandare la maestria un tempo prerogativa del Regno di Sicilia”.

“Il pretesto narrativo di questa pubblicazione – dice Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II – è il patrimonio tessile siciliano ricchissimo e dimora di molteplici contaminazioni. La Sicilia è da sempre il luogo dell’incontro tra popoli e il magnifico laboratorio del Tiraz rappresenta la capacità dei siciliani di tessere uno straordinario modello di convivenza multietnica. L’universo del filo si fa metafora dell’essere umano, del suo potere di decidere di sé, di scandire il tempo della propria esistenza. Oggi le artiste e gli artisti contemporanei ne fanno un potente strumento di lettura del mondo. Elio Ferraro può, a ragione, annoverarsi tra questi”.

Divine trame rappresenta una storia del tempo attuale, – dice Elio Ferraro – idealizzando una precisa visione contemporanea che, attingendo dal passato, non perde mai di vista l’importanza e la ricchezza delle proprie tradizioni e, ancora una volta, confermano la grande vocazione della Sicilia ad identificarsi nell’ideale crocevia delle più svariate culture, oggi sicuramente ben oltre i confini del Mediterraneo”.