Il Dl Asset e i provvedimenti contro il caro voli dominano il dibattito sociale e politico dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge Omnibus. Dalle dure parole dell’Ad di Ryanair al commento del governatore siciliano Schifani sugli interventi dell’Ue sul provvedimento del Governo Meloni, la polemica sulla stretta del presunto algoritmo che determinerebbe i prezzi dei voli non si placa.
Ecco cosa prevede il Dl Asset e perché è così “chiacchierato” in Sicilia, uno dei territori più soggetti al fenomeno dei rincari dei prezzi aerei.
Il nuovo Decreto firmato dal presidente Mattarella prevede una serie di provvedimenti urgenti non solo sul caro voli, ma anche sugli extraprofitti delle banche e sulle attività dei taxi. Tuttavia, è la stretta sul presunto algoritmo che determinerebbe i rincari dei prezzi a essere sotto la lente d’ingrandimento.
Cosa prevede il Dl Asset a tal proposito? Non si parla specificamente di algoritmo nel testo della legge, ma di “fissazione dinamica delle tariffe” in relazione al momento di prenotazione in alcuni casi. Nello specifico, i casi in questione sono:
Di conseguenza, il Dl Asset stabilisce norme contro alcuni di quei fattori che determinano il caro voli, dai periodi di festività ai collegamenti con le isole. Inoltre, si vieta espressamente alle compagnie aeree di utilizzare sistemi di “profilazione web dell’utente” o sistemi di determinazione dei prezzi basati “sulla tipologia dei dispositivi elettronici utilizzati per le prenotazioni.
Il Dl Asset e le misure contro il caro voli hanno scatenato la collera delle compagnie aeree. Da Ryanair arrivano accuse pesanti, l’Ad Eddie Wilson parla infatti di un Decreto “illegale e fuorviante“, che violerebbe i regolamenti Ue in materia di spostamenti e libero mercato.
Ed è proprio a Bruxelles che le compagnie aeree si sono rivolte dopo l’ufficializzazione del nuovo Decreto del Governo. L’Ue avrebbe richiesto “più informazioni” all’Italia, sottolineando la volontà di favorire norme che promuovano la “connettività a prezzi accessibili, in linea con le norme del mercato interno dell’Ue”.
Sulla questione caro voli e Dl Asset e l’incredibile polemica sul famoso algoritmo, si è espresso anche il governatore siciliano Renato Schifani, sposando le decisioni del Governo per contrastare un fenomeno particolarmente dannoso per i siciliani e i turisti. “Vale più un principio costituzionale o le regole dell’Ue? Pongo questo tema. La Commissione europea potrebbe intervenire per modificare la norma del governo nazionale, che peraltro ho molto apprezzato, sugli algoritmi utilizzati dalle compagnie aeree e quindi sui limiti ai prezzi dei biglietti aerei“.
“Ma se lo facesse, sarebbe messo a rischio il diritto alla mobilità sancito dall’articolo 16 della nostra Costituzione che prevede che ad ogni cittadino debba essere garantita ogni forma di libertà di movimento, salvo i casi previsti dalla legge. In questo caso, ritengo che il Governo italiano dovrebbe adoperarsi per garantire questo principio costituzionale e impedire che si crei una ‘mobilità per censo’, per cui i ricchi possono viaggiare e i poveri no“. Queste le parole del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani durante la trasmissione Agorà, su Rai3.
Il governatore ha poi aggiunto: “Avevo segnalato già a dicembre dell’anno scorso il cartello tra Ita e Ryanair, nel senso che di fatto hanno stipulato un accordo tra loro per non farsi concorrenza, applicando prezzi al rialzo. E avevo già denunciato questo scandalo all’Antitrust sia durante il periodo natalizio che, poi, a Pasqua. Attendiamo risposta da quella autorità. Adesso il caso è esploso a livello nazionale ed è giusto risolverlo complessivamente. C’è da aggiungere che, Ryanair, da un lato esalta la libertà del mercato, dall’altro però intasca i contributi: dall’aeroporto di Palermo ha ottenuto 15 milioni di euro nel 2022″.
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