Inchiesta

Dl lavoro, mentre il Governo tampona le criticità il mercato sta morendo senza le competenze

“Nel Dl lavoro il taglio del cuneo non è una norma strutturale, questo impegno il Governo non l’ha preso. è sotto l’occhio di tutti che la misura dura 6 mesi a fronte di una inflazione a 2 cifre”. Ieri il leader della Cgli, Maurizio Landini, è tornato alla carica su un provvedimento che sembra aver deluso le aspettative dei sindacati. E non solo. “Il lavoro, le famiglie fragili e la riduzione della pressione fiscale sono fattivamente una priorità del Governo Meloni – ha replicato il senatore Michele Barcaiuolo, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Esteri e Difesa -. Le risorse che abbiamo utilizzato per sostenere i lavoratori sono oggi disponibili solo perché non abbiamo seguito i consigli della sinistra e della Cgil”.

La riflessione della professoressa Elsa Fornero, ex ministro, sono andate invece oltre l’aspetto fiscale: “Non demonizzo il Decreto lavoro nel suo complesso, ma non credo sia all’altezza dei problemi che abbiamo di fronte. Non ha quasi niente di strutturale, ci sono molte misure identitarie e ci sono degli interventi che sono sgravi e sussidi sostanzialmente temporanei”. Pur sapendo perfettamente che la coperta è corta, con queste parole Fornero ha tuttavia interpretato il pensiero di molti italiani che, al netto delle strumentalizzazioni politiche, si sono trovati di fronte ad un provvedimento presentato quasi come rivoluzionario e di grande impatto sociale ma che in realtà “dimentica” i grandi nodi irrisolti del lavoro come ad esempio il mancato rinnovo dei contratti nazionali oppure la grave emergenza legata alla carenza di competenze.

La media italiana della difficoltà di reperimento è del 46,1%. Lo rivela l’ultimo bollettino Unioncamere-Anpal relativo al mese di maggio.
Aziende in forte sofferenza perché mancano i candidati oppure, quando ci sono, non hanno il profilo professionale richiesto. Il risultato? Un mercato del lavoro paralizzato da una domanda e da una offerta che non si incontrano praticamente mai.

Guardiamo alla Sicilia: quasi la metà dei posti di lavoro disponibili nella nostra Isola nel trimestre tra maggio e luglio rimarrà scoperto. Una contraddizione, per una regione che segna un livello di disoccupazione assolutamente allarmante. Dati che dipingono un quadro in cui delle 25.370 entrate previste, il 43,3% saranno di difficile reperimento. Si tratta, come si diceva poc’anzi, di una condizione generalizzata in tutta la penisola. Per macroaree territoriali, il Nord Est segna il dato peggiore, il 50,5%, seguito dal Nord Ovest, 46,1%; quindi Sud e isole, al 44,2%, e in ultimo il Centro del 43,4%. Per categorie professionali, tra le figure di più difficile reperimento il borsino delle professioni del sistema informativo Excelsior segnala per le professioni tecniche e ad elevata specializzazione gli ingegneri e i tecnici in campo ingegneristico (rispettivamente 61,0% e 65,2%), i tecnici della salute (63,1%), i tecnici della gestione dei processi produttivi (63,0%) e i tecnici della distribuzione commerciale (58,7%). Tra le figure degli operai specializzati si distinguono gli addetti alle rifiniture delle costruzioni (73,5%), i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (72,2%), i meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili (72,1%) e i fabbri ferrai costruttori di utensili (71,5%).

In termini assoluti, nel trimestre maggio/luglio in Sicilia le entrate previste sono 87.320. Rispetto al 2022, a maggio le entrate previste sono 1.040 in meno, mentre il trimestre segna 7.670 entrate in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In questo caso, si va controcorrente rispetto al resto della penisola: in totale, a maggio sono previste 467 mila assunzioni, il 5,1% in più rispetto allo stesso periodo del 2022. Nel trimestre, si supera il milione e mezzo di assunzioni, tra contratti a tempo indeterminato e a tempo determinato. In questo caso l’incremento rispetto al 2022 si mantiene più contenuto, fermandosi all’1,1%. A maggio, ad offrire le maggiori opportunità lavorative sono la meccatronica (22 mila contratti da attivare nel mese e 66 mila nel trimestre), la metallurgia (18mila nel mese e circa 53mila nel trimestre), l’agroalimentare (11 mila nel mese e circa 45 mila nel trimestre) e la moda (circa 11 mila nel mese e 29 mila del trimestre). In crescita anche il comparto delle costruzioni che programma per il mese 45 mila entrate (+35,9%) e circa 132 mila nel trimestre maggio-luglio (+25,8%).

In negativo vanno invece i servizi, che ricercano a maggio circa 335mila lavoratori e oltre 1,1 milioni entro luglio, con una flessione rispettivamente del -3,0% (-10mila ingressi) e del -5,1% (-62mila ingressi) rispetto a un anno fa. Si mantiene molto elevata la domanda di lavoro delle imprese del turismo che programmano 107mila contratti nel mese e 398mila entro luglio. Per tipologia di contratto, si segnala l’aumento sia dei contratti a tempo indeterminato (+11,9 %) sia di quelli per i contratti a termine e stagionali (+ 5,7%), mentre diminuiscono i contratti di collaborazione (-18,7%) o a partita Iva (-13,1%).

In termini di nazionalità, si mantiene elevata la domanda di lavoratori immigrati con 91mila ingressi programmati nel mese (+18mila rispetto allo stesso periodo del 2022), pari al 19,5% del totale. A ricorrere maggiormente alla manodopera straniera sono i servizi operativi di supporto a imprese e persone (il 37,3% degli ingressi programmati sarà coperto da personale immigrato), i servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (28,7%), le costruzioni (23,9%), la metallurgia (23,2%) e l’alimentare (20,3%).

Incentivi all’occupazione e contratti a termine più “facili”: tutte le novità

è stato pubblicato sulla Gur n. 103 del 4 maggio 2023 il Dl n. 48/2023 che introduce nuove norme in materia di lavoro. Di seguito una sintesi delle novità.

Contratti a termini (art. 24)

Fermo restando il mantenimento del principio dell’acausalità per i primi 12 mesi del rapporto, il contratto potrà ora avere una durata superiore, fino al massimo di 24 mesi, in presenza delle seguenti condizioni:

• per esigenze sostitutive;
• nei casi previsti dalla contrattazione collettiva nazionale o aziendale;
• in assenza dell’intervento della contrattazione e limitatamente al 30 aprile 2024 le parti individuali potranno specificare nel contratto le esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva.

Semplificazione obblighi informativi previsti dal decreto trasparenza (art. 26)

Potranno essere fornite ai lavoratori, attraverso l’indicazione del contratto collettivo applicato (anche aziendale), le seguenti informazioni:
• durata del periodo di prova, se previsto;
• diritto a ricevere la formazione erogata dal datore di lavoro, se prevista;
• durata del congedo per ferie, nonché degli altri congedi retribuiti;
• procedura, forma e termini del preavviso in caso di recesso del datore di lavoro o del lavoratore;
• importo iniziale della retribuzione o comunque compenso e relativi elementi costitutivi, con l’indicazione del periodo e delle modalità di pagamento;
• programmazione dell’orario normale di lavoro e eventuali condizioni relative al lavoro straordinario e alla sua retribuzione, nonché eventuali condizioni per i cambiamenti di turno
Anche a tal fine viene ora previsto che il datore di lavoro debba consegnare o mettere a disposizione dei lavoratori, anche mediante pubblicazione sul proprio sito web, i contratti collettivi nazionali e aziendali nonché gli eventuali regolamenti aziendali applicabili al rapporto di lavoro.

Incentivi all’occupazione (art. 27, art. 10)

Viene previsto un incentivo, per un periodo di 12 mesi, nella misura del 60 per cento della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali per le nuove assunzioni, effettuate a decorrere dal 1° giugno e fino al 31 dicembre 2023, di giovani qualora ricorrano congiuntamente le seguenti condizioni:

a) che alla data dell’assunzione non abbiano compiuto il trentesimo anno di età;
b) che non lavorino e non siano inseriti in corsi di studi o di formazione;
c) che siano registrati al Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani.

Il suddetto incentivo è cumulabile con lo sgravio giovani e con gli altri esoneri o riduzioni delle aliquote di finanziamento previsti dalla normativa vigente. In caso di cumulo con altra misura, l’incentivo è riconosciuto nella misura del 20% della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali, per ogni lavoratore assunto.

È previsto, inoltre, un esonero contributivo del 100% nel limite massimo di importo pari a 8.000 euro per i datori di lavoro privati che assumono i beneficiari dell’assegno di inclusione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, pieno o parziale. L’esonero spetta, in misura del 50% e nel limite massimo di importo pari a 4.000 euro su base annua, ai datori di lavoro privati che assumono i beneficiari dell’assegno di inclusione con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, pieno o parziale.

Riduzione del cuneo fiscale per i dipendenti (art. 39)

L’esonero sulla quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti, già disciplinato dalla legge di bilancio 2023, per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2023 viene innalzato dal 2 al 6% con esclusione della tredicesima mensilità. L’esonero è innalzato al 7% se la retribuzione imponibile mensile non eccede l’importo di 1.923 euro.

Fringe benefits (art. 40)

Si conferma l’incremento della soglia dei fringe benefit a 3.000 euro per il 2023, esclusivamente per i lavoratori dipendenti con figli a carico, incluse le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale. I datori di lavoro, che intendano concedere tali benefits, hanno l’onere di informare previamente le rappresentanze sindacali in azienda.

Sanzioni amministrative per omesso versamento dei contributi (art. 23)

Viene abrogata la sanzione in cifra predeterminata (da 10.000 a 50.000 euro) e introdotto un importo che va da una volta e mezza a quattro volte l’importo omesso.

Fondo nuove competenze(art. 19)

Viene rifinanziato per il 2023 il fondo nuove competenze.