“Lo spaccato di una città, di un’isola, di un Paese e di un’epoca, attraverso la storia tragicomica della mia famiglia, dei Buzzanca, dall’inizio del secolo scorso ai giorni d’oggi, dalle vicende personali quelle nazionali, tra Palermo e Roma, la Sicilia e l’Italia, filtrate sempre da un carattere che ci accomuna nel dna familiare: quello del divertire e del divertirsi”. Così Salvo Buzzanca, fratello dell’attore Lando recentemente scomparso, sintetizza intervistato dalla AdnKronos i tratti salienti del suo libro, ‘Dobbiamo festeggiare’, con prefazione di Laura Delli Colli: una sorta di ‘saggio romanzato’.
Cominciando dal titolo: perché e cosa si deve festeggiare? “Era il modo di dire più diffuso, quando nella Sicilia di allora si andava a trovare un parente o un amico: quando si entrava nelle loro case, subito si esclamava ‘allora, dobbiamo festeggiare!’. Ogni occasione era buona fra di noi per fare festa. Mi è sembrato perfetto per descrivere l’atmosfera che si respirava in famiglia, sia da parte paterna che materna; e mi è venuto spontaneo adottare questa espressione come titolo del libro”, risponde Salvo Buzzanca.
“Ho avuto la fortuna di nascere e crescere in una famiglia molto divertente, di umoristi e di raccontatori di storie, a cominciare da mio padre e dagli zii: era una sorta di compagnia di giro teatrale… In un ipotetico stemma nobiliare – sorride Salvo Buzzanca – ‘dobbiamo festeggiare’ potrebbe essere il motto da iscrivere sotto il simbolo. E’ in questo humus, è con questo terreno fertile in cui siamo cresciuti sin da bambini, che poi è nata la piantina che ha fatto di Lando Buzzanca un divo del cinema e della tv, con il suo spirito umoristico e il suo talento”.
Ma quanta Sicilia, soprattutto quanta ‘sicilianità’, c’è? “Non se ne può prescindere. Se, come in una conversazione protagonista Andrea Camilleri, si vogliono distinguere i siciliani nelle due categorie dei ‘siciliani da scoglio’ e ‘siciliani da mare aperto’, noi Buzzanca siamo siciliani da mare aperto, ma con un lunghissimo elastico che ci riporta sempre alla Sicilia”, riflette l’autore. L’idea del libro “è nata circa quattro anni fa, volevo fare un omaggio alla mia famiglia e una sorpresa a Lando: purtroppo non è stato possibile, se n’è andato via prima…”, si rammarica Salvo Buzzanca.