PALERMO – L’avviso 31 non trova il suo spazio. Non c’è fiducia, nella misura che vuole aiutare le donne a investire sull’artigianato. Per l’avviso sono stati messi a disposizione 11 milioni di euro, con una previsione di realizzare 67 progetti e coinvolgere 540 destinatarie. Eppure sono state presentate poche domande, e l’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro ha deciso di prorogare il termine di presentazione delle domande.
Per “favorire la più ampia partecipazione alle iniziative finanziate, nonché, per favorire ogni intervento volto a facilitare il reinserimento lavorativo – ha scritto il dirigente generale del dipartimento Lavoro, Francesca Garoffolo – la scelta è di continuare a sostenere le donne che intendono avvicinarsi al mondo dell’artigianato, favorendone l’inserimento lavorativo anche attraverso l’acquisizione delle competenze di base necessarie a misurarsi con il lavoro autonomo e l’avvio di nuove imprese in questo settore”.
Quindi, il nuovo termine di presentazione delle domande è stato spostato al prossimo 18 febbraio. Il bando rientra nell’ambito del programma operativo del Fondo Sociale Europeo 2014-2020, e ha lo scopo di sostenere le donne che intendono avvicinarsi al mondo dell’artigianato, favorendone l’inserimento lavorativo anche attraverso l’acquisizione delle competenze di base necessarie a misurarsi con il lavoro autonomo e l’avvio di nuove imprese in questo settore. Nonostante l’impatto non sia stato dei migliori comunque gli addetti ai lavori ci credono: “L’avviso 31 – sostiene Giuseppe Pezzati, presidente regionale di Confartigianato Sicilia – è una buona opportunità per l’inserimento delle donne artigiane nel mercato del lavoro. Siamo fiduciosi che verrà registrata una buona partecipazione al bando. Confartigianato sarà al fianco delle imprese che decideranno di investire in questa avventura”.
Con tale misura si potrà fornire una formazione professionale nell’ambito dell’artigianato artistico e tradizionale a donne disoccupate o inoccupate, e allo stesso tempo dare la possibilità di rivitalizzare mestieri e tradizioni artigiane a rischio di estinzione, valorizzandone le professionalità e riavviando produzioni caratterizzate da un’alta qualità dei manufatti.
Le attività saranno organizzate in modo da favorire l’interazione tra allieve-docenti-artigiani: un presupposto motivato dall’evidenza che i “mestieri” artigiani si acquisiscono solo attraverso un percorso formativo basato sull’apprendimento pratico, che si consegue in larga parte attraverso l’esercizio in situazioni reali di impegno e in un rapporto diretto formativo sul lavoro con l’artigiano.
Ciascun progetto presentato può avere un massimale finanziabile non superiore a 162.831,41 euro, comprensivo delle indennità di partecipazione. Potranno partecipare all’avviso le donne disoccupate o inoccupate, residenti o domiciliate sul territorio regionale da almeno sei mesi al momento della candidatura, con un’età compresa tra un minimo di 16 anni e un massimo di 56 anni compiuti, che hanno assolto agli obblighi di istruzione/formazione e che non hanno avuto, in passato, alcun tipo di rapporto di lavoro con l’impresa artigiana ospitante il tirocinio. Ancora, le candidate non devono avere un grado di parentela fino al secondo grado con il titolare e gli eventuali dipendenti dell’impresa artigiana. Possono essere destinatarie anche donne extracomunitarie, purché in possesso di permesso di soggiorno di lungo periodo o con asilo e protezione di tipo sussidiaria sul suolo italiano da almeno 24 mesi. A ogni allieva sarà corrisposta dal soggetto attuatore un’indennità di partecipazione al percorso formativo in impresa pari a 650 euro lordi mensili, che sarà pagata solo al raggiungimento del 70% delle attività di formazione in impresa previste per ogni mese.