Proseguono le indagini investigative per il duplice omicidio a Naro, in provincia di Agrigento. Dopo le squadre speciali dei Vigili del Fuoco questa mattina a Naro sono giunti i Carabinieri del Ris di Messina per svolgere accurate attività tecnico-scientifica prima all’interno dell’abitazione di Delia Zarniscu in via Vinci e poi nel pomeriggio i militari dell’Arma si sposteranno in vicolo Avenia dove è stata data alle fiamme Maria Rus.
Oltre ai Ris, il procuratore aggiunto Salvatore Vella e il pm Elettra Consoli hanno scelto di far eseguire accertamenti e verifiche alla presenza delle parti; di fatti, la figlia e il genero di Maria Rus hanno nominato come difensore l’avvocato Calogero Meli che, a sua volta, si avvarrà di consulenti.
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Nelle scorse ore il gip Iacopo Mazzullo ha convalidato il provvedimento di fermo nei confronti di Omar Edgar Nedelcov, 24 anni, di nazionalità rumena, fermato dai carabinieri con l’accusa di duplice omicidio e vilipendio di cadavere, e adesso gli viene contestata anche l’aggravante della crudeltà. Un vero e proprio massacro quello che viene fuori dalle ventiquattro pagine di ordinanza: Delia Zarniscu sarebbe stata picchiata, seviziata con una lametta e poi uccisa con un colpo alla testa inferto con l’angolo di un grosso televisore, mentre il corpo di Maria Rus era quasi totalmente carbonizzato al momento del ritrovamento. Ma, secondo il medico legale, la donna era già morta già prima del rogo. Uccisa a pugni.
Resta da capire il movente del duplice omicidio. Per gli inquirenti è di natura sessuale. Secondo il racconto del testimone presente alla cena, Nedelcov sarebbe stato cacciato da Delia dopo alcune avance, poi si sarebbe recato a casa di Maria. Per il gip, che ha convalidato il fermo disponendo la custodia in carcere, “sussiste il pericolo di fuga e sussiste palesemente anche il rischio di reiterazione del delitto, come si evince dalla particolare efferatezza delle condotte, espressione di una personalità violenta e incapace di controllare gli impulsi”.
Intanto le salme delle due donne sono state dissequestrate dalla Procura della Repubblica di Agrigento e verranno portate nella “Casa del commiato”, dove si svolgerà la funziona religiosa di tipo ortodossa.