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“E-Glove”, il guanto elettronico che traduce i gesti in parole

Si chiama “E-Glove” (“Enhanced Gesture transLation for imprOving Vocal Experiences”), un guanto elettronico in sperimentazione che potrà diventare uno strumento di comunicazione per chi ha difficoltà nell’articolazione della parola o nella comunicazione dovuta a problematiche di differente natura, sia per deficit neurologici che per menomazioni dal punto di vista del linguaggio e dell’espressività.

Un guanto ipertecnologico che permetterà una comunicazione aumentativa, alternativa e che potrà aiutare a comunicare, persone con diversi tipi di patologie, per esempio chi ha avuto ictus, persone affette da emiplegia, ma anche per esempio persone con disturbi delle spettro autistico e altre patologie che possono causare difficoltà nell’utilizzo dal canale comunicativo orale, questo innovativo dispositivo è un guanto elettronico, da indossare che riesce in tempo reale a tradurre determinati movimenti di mani e dita in parole e frasi.

L’idea alla base è la realizzazione di un nuovo dispositivo di comunicazione per persone la cui capacità comunicativa risulta menomata, guanto che, dai risultati della prima sperimentazione, fa sapere il Gruppo Kos, ha tutte le carte in regola per essere in grado d’integrare e completare le attività di riabilitazione dei pazienti.

Il guanto attraverso dei sensori inerziali (giroscopio, accelerometro e magnetometro) raccoglie i dati ad alta frequenza e li elabora, i dati sono inviati in tempo reale tramite Bluetooth a uno smartphone, che contiene un database con i gesti personalizzati dell’utente.

Un algoritmo permette di capire se il gesto fatto è tra quelli registrati e lo converte in voce tramite un sintetizzatore vocale. Così concretamente il dispositivo capisce se la persona vuole dire qualcosa e cosa. Questo innovativo guanto elettronico, che è un prototipo sperimentale, è da poche settimane entrato nell’importante fase della sperimentazione sul campo, con i pazienti, nello specifico con la collaborazione di giovani autistici,

Nel progetto di sviluppo e test del prototipo sono presenti equipe di professionalità molto differenti tra loro, da team di informatici, statistici, matematici, fisiatri, fisioterapisti, logopedisti, bioingegneri, la tecnologia che permette a questo guanto di funzionare è nata nei laboratori Unicam grazie ad un’idea dello Spin-off Limix che ha progettato e sviluppato il guanto che permetteva, la traduzione del linguaggio della LIS, la lingua dei segni. L’impegno dei ricercatori, coordinati dai docenti Unicam, ha permesso una continua evoluzione del prototipo fino all’utilizzo in ambiti sanitari e della riabilitazione.

Al progetto hanno partecipato: Jesilab società di Kos Care srl che gestisce il centro Myolab di Jesi, insieme alla Capofila Limix srl, spin-off scientifico dell’Università di Camerino, e Acme Lab s.r.l. di Ascoli Piceno. Lo sviluppo del progetto è stato reso possibile dal cofinanziamento del Fondo europeo di sviluppo regionale.