La vittoria netta, senza brogli e contestazioni, di Trump pone fine ad un sistema di influenza che perdurava dal 1946, anno fondativo dell’ONU, che prende il posto della Società delle Nazioni, nata per prevenire le guerre che non sortì alcun effetto, vista la Seconda Guerra mondiale. Il sistema delle élite che proveniva da esponenti di alcune cattedrali del sapere ha giganteggiato negli Stati Uniti. Costoro diventavano segretari di Stato, influenti consiglieri di Presidenti, Ceo di grandi imprese o banche.
Kissinger, Schlesinger, McNamara, Karl Rowe in tempi moderni, erano gli esponenti conosciuti, coloro che influenzavano le amministrazioni. Stessa cosa in Europa, dove a Oxford o all’Ena, all’Alma Mater di Bologna, crescevano pensatori di sistemi politici ed economici. In Europa siamo stati più autoreferenziali, i consiglieri sono usciti sulle quinte, come Delors, Prodi, Macron, Draghi, altri sono stati ancora dietro, come Attalì. Il problema attuale è che mentre queste élite citate erano persone di cultura ed intelletto, le élite odierne lo sono di status, di rendita di posizione, spesso di censo. Così i Cheney, i Clinton, gli Obama, Clooney, o peggio gli influencer alla Ferragnez o Taylor Swift, che non è certo il suo parente Jonathan.
Fa particolarmente impressione il titolo di uno dei massimi autori di élite italiana, di quelle che hanno influenzato gli ultimi decenni, riferendosi a Trump scrive “Il potere che rifiuta il sistema”. Ma chi definisce i paradigmi, gli item, le regole del “sistema” oggi?
Mentre una volta erano le cattedrali storiche, benedettine o gesuitiche, poi lo diventarono quelle laiche, le università, templi del sapere, come la famosa Notre Dame statunitense, oggi sono i media. Clooney scrive sul New York Times la lettera per far desistere Biden. Vogliamo farci una domanda? Ma quanti nei media, nei giornali italiani o stranieri, hanno un corso di studi di alto profilo? Sono costoro con pochi anni passato suo libri, senza PHD o Master, a ispirare opinione pubblica e politica? E parlano di Trump e Vance come una coppia di cafoni ignoranti? Vance, il senatore dell’Ohio diventato vice presidente, comunque pur essendo figlio del popolo, come si usa dire, ha studiato a Yale. Quanti spocchiosi giornalisti o opinionisti che discettano in TV o sul web lo ha fatto?
Le élite, soprattutto progressiste, abituate da decenni di pigrizie, rassicurate dal benessere, narcisisticamente autoriflettenti, hanno smesso di indagare la realtà, non percepiscono più dove va il sentiment del mondo, e decisamente non hanno visioni e strumenti per guidarlo. Hanno studiato poco e sono bocciate. Ci vorrà molto tempo per costruirne altre, probabilmente nell’oscurità di camere buie senza riflettori, perché le autocrazie glieli spegneranno.