Palermo è la provincia siciliana dove si verificano più reati ambientali nell’Isola, pari a 3.863, segnalati dalle forze dell’ordine. A determinarlo sono i dati contenuti nel rapporto Ecomafia 2022 realizzato da Legambiente.
In seconda posizione si trova la provincia di Catania che conta 1.975 reati ambientali, seguita subito dopo da Messina con 1.701 comportamenti illeciti.
In particolare, secondo il report, il settore in cui viene rilevato il maggior numero di reati ai danni dell’ambiente è quello della fauna. Si tratta di 5.604 casi denunciati, con ancora Palermo in testa alla graduatoria con 2.058 casi. Dopo il capoluogo siciliano si piazza nuovamente Catania.
Rimanendo in tema di reati, dopo quelli ai danni della fauna vi sono gli illeciti connessi al ciclo illegale del cemento, indicati in 3.991 casi. In questo caso è la provincia di Siracusa a primeggiare, seguita dalle zone di Palermo e Messina.
Per quanto riguarda il ciclo illegale dei rifiuti è Palermo a conquistare nuovamente la prima posizione, con 496 casi, seguita dalle province di Agrigento e Catania. Il capoluogo è in testa anche per quanto riguarda gli incendi boschivi, che in questi anni hanno causato la distruzione di 203.109 ettari. Messina e Catania seguono subito dopo.
A livello nazionale, Legambiente precisa “che Campania, Puglia, Calabria e Sicilia sono le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa che subiscono il maggiore impatto di ecocriminalità e corruzione. Qui si concentra il 43,8% dei reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto, il 33,2% degli illeciti amministrativi e il 51,3% delle inchieste per corruzione ambientale sul totale nazionale”.