Economia

Economia e mercati, quale futuro? A Palazzo Biscari la tavola rotonda di UBS

Che direzione sta prendendo l’economia mondiale? Quali i rischi per chi investe? Questo il tema dell’incontro “Equilibrio nell’incertezza: nuovi strumenti per nuove sfide” organizzato da UBS Italia che si è svolto nella serata di martedì 11 luglio a Palazzo Biscari a Catania.

Nel corso dell’appuntamento sono intervenuti Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer Italia, UBS Wealth Management, Susanna Romeo, Area Head Centro Sud UBS Wealth Management e Rosario Sciacca, Region Head Italia, UBS Wealth Management per illustrare gli scenari probabili e gli strumenti alternativi al fine di affrontare una situazione in continuo divenire.

USA meglio del previsto, Cina stagnante

“L’economia americana ha fatto molto meglio del previsto, ha evitato la recessione – cosa che davano quasi tutti per certa – e ancora oggi più del 60% degli economisti, secondo Bloomberg, vede la recessione nel prossimo anno”, ha ribadito Matteo Ramenghi al Quotidiano di Sicilia. “Tutti gli stimoli fiscali varati da Joe Biden dopo la pandemia continuano ad avere un impatto. Poi, le famiglie hanno risparmiato durante il lockdown 2 triliardi di dollari. Ne hanno consumati circa la metà, ma li spendono”.

“Questa è una grande differenza rispetto alla Cina, dove le famiglie hanno pure risparmiato ma non spendono. Inoltre non hanno una ripresa forte della produzione industriale che resta più o meno a galla e che dipende dalle esportazioni verso l’Europa e gli USA che vanno a rilento”.

“Gli Stati Uniti, comunque, devono ancora avere l’impatto pieno dei rialzi dei tassi. In più hanno avuto una crisi bancaria pesante in primavera che non è del tutto risolta, ma tamponata. Noi per l’anno prossimo ci aspettiamo un’America che non cresce”, ha aggiunto Ramenghi.

Rischio tassi troppo alti in Europa

E l’Europa come sta? “A metà”, secondo Ramenghi. Il Vecchio Continente “ha fatto una piccola recessione tecnica in inverno e c’è un andamento molto strano: sta andando meglio il Sud Europa rispetto alla Germania. Gli ultimi 20 anni lì sono stati caratterizzati dai tassi veramente bassi e hanno avuto più crescita attraverso l’acquisto di immobili, macchinari e altro”.

Alle nostra latitudini il rischio è rappresentato dai tassi sempre più elevati. “Temiamo che la Bce alzi troppo i tassi. Siamo al 3,75%, sono stati alzati luglio e verranno alzati anche a settembre. L’economia europea ha avuto un’inflazione anche dovuta dalla domanda pubblica, ma non c’è crescita demografica e la classe media non si sta arricchendo”.

“Inoltre, nel 2024 rientrerà in funzione il Patto di Stabilità. Ancora non si sa con quale formato, ma sicuramente porterà a una diminuzione della spesa pubblica. Mettendo insieme tutto questo, per i mercati non è un quadro così positivo. Il mercato azionario possiamo spaccarlo tra l’America e tutto il resto. Gli USA sono molto cari, specialmente per la presenza dei colossi tecnologici”.

La sorpresa del campo obbligazionario

Le maggiori opportunità, invece, risultano esserci nel campo obbligazionario. “L’anno prossimo si attende un’inflazione del 2-2,5%, capita di rado che l’investment grade paghi un premio sull’inflazione. Probabilmente tra due o tre anni ci guarderemo indietro e diremo ‘accidenti, che buoni tassi si prendevano in quel periodo’ così come adesso lo diciamo dei mutui di due anni fa”, ha concluso Ramenghi.