Economia

La Sicilia dell’evasione fiscale, ogni 100 euro 19 sono in nero

Ogni 100 euro di gettito tributario e contributivo, in Sicilia se ne evadono 19. Una percentuale che, nel totale si concretizza in oltre 6 miliardi e mezzo di euro di imposte e contributi evasi. Questi sono i dati presentati dal ministero dell’Economia e delle finanze, elaborati dall’ufficio studi della Cgia. Secondo le stime, in Sicilia l’economia sommersa rappresenta il 16,8% del valore aggiunto regionale, ben più della media nazionale, che si ferma all’11,6%, per una evasione fiscale di 13,2 euro ogni 100.  

Economia sommersa in Italia, Sicilia è al quarto posto

Peggio della Sicilia soltanto la Calabria, che raggiunge il 18,8% di economia sommersa sul totale del valore aggiunto regionale e il 21,3% di evasione fiscale, seguita dalla Campania, rispettivamente al 17,7% e al 20%, e dalla Puglia, al 17% e 19,2%. I territori più “onesti” e ligi al dovere sono la provincia autonoma di Bolzano, in cui l’economia sommersa si ferma all’8,2%, con “appena” 9,3 euro evasi su 100, la Lombardia, all’8,4% di sommerso e a una evasione fiscale del 9,5%. Ancora ampiamente sotto la media nazionale, la provincia autonoma di Trento, che si ferma ad una economia sommersa del 9,4% e una evasione fiscale del 10,2%. Per macroaree territoriali, è sempre il Sud a segnare i numeri peggiori, al 16,8% di economia sommersa, seguito dal Centro, al 12%, e quindi il Nord Est, al 9,8% e il Nord Ovest, al 9,2%.

Le strade per la riduzione dell’evasione fiscale

A seguito dell’attività di controllo effettuata dalla guardia di finanza, l’anno scorso sono state denunciate all’autorità giudiziaria per violazioni penali tributarie 14.045 persone, di cui 290 sono state arrestate, il 2% cento dei soggetti denunciati. Eppure la via repressiva non sembra funzionare al meglio. “Riteniamo – dicono dalla Cgia – che per ridurre l’infedeltà fiscale e allinearci agli standard dei paesi europei meno interessati da questo fenomeno sia auspicabile mettere a punto in tempi rapidi un fisco meno aggressivo, più semplice, più trasparente e più equo, premiando chi produce, chi crea occupazione e genera ricchezza. Garantendo, allo stesso tempo, un gettito sufficiente a far funzionare la macchina dello Stato e ad aiutare chi si trova in difficoltà”.