“Nei prossimi cinque anni vi è veramente l’occasione storica di chiudere per sempre la partita dell’arretratezza della Sicilia e di passare definitivamente dai piagnistei al fare”.
Sono le parole dell’economista d’impresa Marco Vitale: correva l’anno 2001.
Sono passati ventuno anni e siamo ancora qui ad aspettare, a sperare, che la Sicilia e il Sud cambino finalmente passo e rotta.
Nel suo libro dal titolo Il Sud esiste (Marcoserratarantolaeditore, 2020), l’economista lombardo Vitale affronta la questione meridionale senza pietismo (finalmente) e con un approccio critico ma costruttivo.
“La cosiddetta questione meridionale – spiega Vitale – non è oggi altro che un capitolo di problemi nazionali, tra loro strettamente interconnessi, di rilievo istituzionale (….) In relazione ad ognuno di questi problemi di fondo, Milano, è sostanzialmente come Palermo. In questo senso, se volete, amaramente, la questione meridionale è veramente finita. Contrariamente a quello che credono le leghe, l’Italia non è mai stata più unita ed omogenea di oggi”.
E da qui la provocazione: cancellare il Mezzogiorno. Quello inteso come incarnazione di quello Stato assistenziale che “è estraneo alla nostra Costituzione – spiega Vitale – anzi ne è una totale distorsione; e quindi non è più un problema solo economico e finanziario ma di assetto civile, democratico e costituzionale”.
La miserabile cultura assistenziale ha afflitto, umiliato e corrotto il Mezzogiorno. Ha assunto i contorni del parassitismo, “quello da combattere, quello che sperpera il denaro pubblico senza costrutto, alcun progetto, alcuna speranza – si legge nel libro – Un parassitismo che è basato su un mercato: quello dei voti”.
Il Sud esiste non è una semplice raccolta di scritti ma la testimonianza di cinquant’anni di impegno professionale nel corso dei quali Vitale ha raccontato un Sud afflitto da corruzione, malaburocrazia, assistenzialismo ma anche un Sud desideroso di riscatto.
“Quando verrà emanata una legge che abbia un articolo unico che dica più o meno così: ‘Chiunque voglia iniziare un’attività in proprio artigianale o di qualunque arte o mestiere, che abbia la fedina penale pulita e che abbia la dichiarazione di due operatori del settore che attestino la sue perizia, è libero di farlo, dandone notizia alla locale Camera di Commercio, senza necessità di autorizzazione di alcuni tipo’, ebbene, quel giorno nel Sud si creeranno migliaia di posti di lavoro. E quando si approverà una legge che dica che chiunque crei una piccola nuova impresa, è tenuto, per cinque anni, solo a versare una modesta imposta forfetaria, con versamento diretto in Tesoreria e senza ulteriori aggravi fiscali, quel giorno i posti di lavoro raddoppieranno, e nelle piccole isole e nei piccoli paesini si potrà vivere nella legalità”.
Marco Vitale lo scriveva da Marettimo: era il 3 giugno 1996. (pp)