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Educazione civica non 33, ma 66 ore l’anno

Nella seduta n. 169 di giovedì 2 maggio la Camera dei deputati ha approvato con 451 voti favorevoli, su 454 presenti in Aula, il testo unificato di ben 16 iniziative legislative, di cui una popolare, promossa dall’Anci con centomila firme, intitolato: “Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’Educazione civica”, individuabile tra i Ddl come “Atto Camera n. 682 della 18a Legislatura”. Questo dopo un iter parlamentare di quasi un anno, dato che è stato presentato l’uno giugno 2018 e assegnato alla 7a Commissione permanente in sede referente il 13 settembre 2018. Il testo è stato trasmesso al Senato (Ddl Senato n. 1264) il 3 maggio e lo scorso mercoledì 8 maggio è stato assegnato alla Commissione Istruzione in sede redigente. Secondo l’articolo 72 della Costituzione “in sede redigente” significa che è stato scelto un iter abbreviato, poiché l’approvazione del Ddl n. 1264 è considerata urgente. Dunque, è auspicabile che venga approvato in tempo per il nuovo anno scolastico.

Il Ddl istituisce nel primo e nel secondo ciclo di istruzione l’insegnamento dell’Educazione civica, definendolo, però, come insegnamento “trasversale” rischiando, quindi, di annacquarlo così come è avvenuto con l’art. 1 della L. 169/08, che affidava ai docenti di Storia e Geografia e di Scienze Umane l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, articolo che lo stesso Ddl dovrebbe abrogare insieme al tanto discusso art. 2, co. 4, del Dlgs 62/17, che prevede alla prossima Maturità 2019 come “oggetto di valutazione le attività svolte nell’ambito di «Cittadinanza e Costituzione»”.

Altro affossamento è la previsione di 33 ore l’anno di insegnamento non necessariamente affidate a docenti abilitati in Discipline giuridiche ed economiche. C’è tanto bisogno di educazione alla legalità e alla conoscenza della nostra Costituzione, quindi piuttosto che 33, dovrebbero essere previste 66 ore l’anno con valutazione da parte di docenti titolari della materia. Incrementare le ore di scuola sarebbe un buon investimento, perché, con i giovani più consapevoli dei loro diritti e doveri di cittadini, la capacità di crescita dell’Italia aumenterebbe di sicuro.